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Chiara Inesia


giovedì 27 marzo 2008

DA DOVE ARRIVA L'AMORE?

di Lidia Fassio

Sostanzialmente l’amore sembra arrivare da fuori mentre, invece, è un’energia che parte da dentro, porta verso il fuori per poi ritornare ad unire dentro.
Interessante è vedere la descrizione dell’amore nella tragedia greca: Sofocle lo vede come “destabilizzante, destrutturante all’interno; per l’amore si può perdere la pace, il sonno, la ragione e tutti i punti di riferimento”; in effetti l’amore ha i compito di cambiare totalmente i nostri punti di riferimento.

Se pensiamo all’amore dal punto di vista astrologico pensiamo a qualcosa che coinvolge la casa VII, la Venere e la Bilancia; tutti questi simboli indicano che, da questa fase in poi, la nostra vita deve operare un profondo cambiamento: se nelle prime sei case noi abbiamo appreso ed introiettato ciò che l’ambiente ci ha dato, da questo preciso punto in poi, incontrando l’altro, gli altri e l’altro interno… cominciamo ad utilizzare i nostri mezzi e la nostra capacità di valutazione... e, proprio questo ci consentirà di aprirci ad una visione delle cose completamente diversa da prima; da questa casa inizia anche un riequilibrio delle nostre energie, ovviamente diverso rispetto a quello che abbiamo vissuto fino alla casa VIa: bisogna necessariamente iniziare un altro viaggio che ci conduca fino alla casa XIIa.

Mentre nelle case sotto l’orizzonte ci siamo divisi dal Tutto, in quelle sopra dovremo riunirci, per cui sperimentiamo VENERE che è il più grande principio di unione - e non di fusione - che ci porta a reincontrare l’altro, ma anche e soprattutto ad incontrare le altre parti di noi (quelle che non abbiamo potuto prendere in considerazione nel primo tratto del nostro percorso).

E’ vero che l’amore ci fa passare attraverso un grandissimo sconvolgimento, una disintegrazione del tipo di equilibrio che c’era prima, anche da un punto di vista psicosomatico l’amore è uno stress, fantastico dal punto di vista psichico ma altrettanto disorganizzante e, pertanto, visto alla stregua di qualcosa che obbliga a rimetterci in gioco: in definitiva l’amore è una grande crisi che rompe l’equilibrio esistente instaurandone uno nuovo.

Anche in filosofia l’amore è stato visto come qualcosa di destrutturante che ha lo scopo di allontanare l’individuo da quello che è il suo mondo conosciuto per catapultarlo dentro a qualcosa di sconosciuto.
La forza principale che viene agita attraverso l’amore si estrinseca nella conquista e nella seduzione: sedurre significa condurre altrove, potare da un’altra parte rispetto a quella che la persona aveva in mente.
Quando noi siamo sedotti dall’amore - non già da un’altra persona - questa forza travolgente tende a portarci da un’altra parte, distogliendoci da ciò che eravamo prima e dall’equilibrio che avevamo instaurato; lo scopo è ovvio: portarci a conoscere qualcos’ altro, qualcosa di nuovo che, una volta scoperto, porterà ad una nuova forma di equilibrio.

L’amore produce quasi uno sgretolamento del Super Io, abbatte molte le difese, perché quando siamo innamorati saltano gli schemi ripetitivi: siamo disposti a farci influenzare molto di più da quello che avviene all’esterno, partecipiamo di più, sentiamo di più, siamo anche più armonici con il fuori, riusciamo a vivere tutto in modo più soft, mentre quando non siamo innamorati siamo più spigolosi e più chiusi, in quanto meno disponibili.

Quindi, il mondo di quando siamo innamorati e il mondo di quando siamo allo stato normale cambiano sostanzialmente: questo significa che abbiamo un potenziale dentro di noi che non ci arriva dall’esterno, ma che si attiva e viene allo scoperto quando le emozioni causate dall’innamoramento lo sollecitano fino a farlo esplodere.
Perché non siamo capaci di sperimentare sempre questa forza e non solo quando siamo innamorati, quando entriamo in contatto con qualche persona?
Può essere che l’amore sia uno dei tanti trucchi della natura per farci capire che se noi volessimo potremmo essere mille volte di più, potremmo essere più creativi, più fantasiosi, più aperti; in definitiva l’amore ci ricorda che abbiamo tante possibilità che non sfruttiamo, ci fa vedere che abbiamo una carica potente a livello energetico che lasciamo inutilizzata per sprigionarla solo in determinate occasioni.

L’amore però può esprimersi anche nei suoi lati inferi, estraendo dalle persone le loro parti ombra: due autori che hanno sottolineato la negatività dell’amore (intesa come energia capace di destrutturare la ragione) sono Euripide e Shakespeare; quest’ultimo in particolare è riuscito a mettere in luce lo strano rapporto che esiste tra l’amore e il potere, tra l’amore e il tradimento. Shakespeare ci dice che l’amore è in grado anche di portar fuori le nostre più grandi ambivalenze. Anche le parole che usa sottolineano questo: “miele soffocante”, “zucchero salvifico”.

In effetti è impressionante a volte vedere come le coppie dopo essersi “tanto amate” riescano poi a “farsi tanto male”; l’amore dunque ci ricorda che non esiste niente di così sofisticato, niente riesce ad andare così in profondità con tanta cattiveria ed aggressività fino ad arrivare alla violenza e all’ odio.
Amore ed odio sono vicini di casa e il primo può trasformarsi facilmente nell’altro, certo, questo indica che spesso, si contrabbanda per amore qualcosa che nulla hanno a che fare con esso.

Forse l’amore ci ricorda che abbiamo bisogno di lasciarci travolgere per avere il coraggio di vedere che cosa siamo e chi siamo: inizialmente sembra che tutto sia legato a sentimenti estremamente positivi, poi pian piano sviluppa tutta una serie di cose non positive.

L’amore quindi, nasce in casa VIIa , per essere considerato tale deve passare il grande vaglio della casa VIIIa, dove, il grande signore degli Inferi ci porta in un territorio particolare in cui spesso dobbiamo renderci conto che quello che pensiamo e cataloghiamo come “amore”, spesso ha una natura diversa.
Mi piace molto la definizione dell’amore di uno psicanalista belga, Pierre Daco che dice che forse di amore noi non capiamo niente, ma poiché molto probabilmente nel nostro sistema c’è una fonte centrale che, emette amore, sotto forma di grande energia di attrazione che tiene insieme tutto, allora noi captiamo qualcosa di questa energia, anche se – dice Daco – con i nostri apparecchietti, facciamo quello che possiamo.

La parola attrazione serve per simboleggiare due cose diverse: quella del sistema solare, in cui i corpi celesti stanno insieme perché c’è un’energia che li lega; nell’amore... sperimentiamo questa forza che tende ad attrarre qualcun altro a noi, a tenere con noi, infine, usiamo la parola attrazione quando siamo innamorati, e sentiamo una potente attrazione fisica, psichica, emotiva ed intellettiva.
La capacità vera di amare presuppone la possibilità di essere stati amati e, se non lo siamo stati, diventa difficile vivere l’amore, o almeno diventa difficile viverlo come donazione di sé per cui, sperimentiamo tutta una serie di sentimenti ed emozioni che possono sembrare vagamente amore, ma che, più che amore, appartengono alla sfera dei bisogni.

L’amore appare dopo che abbiamo esaurito i bisogni fondamentali... quello di attaccamento e quello di riconoscimento: prima non si parla di amore.

Noi sperimentiamo l’amore come qualcosa che ci cade addosso all’improvviso o come se noi cadessimo dentro a qualcosa (in inglese: to fall in love).
Di fatto questa sensazione attiene più all’innamoramento che, nasce improvvisamente, e spesso dà la sensazione di essere o rapiti o caduti dentro a qualcosa di meraviglioso, senza alcuna preparazione.
Ci sono persone che si innamorano di altre che conoscono da tanto tempo e che si domandano: “che cosa può essere successo da un giorno all’altro? Cosa ha fatto sì che quella che prima ci sembrava una persona normale, quasi insignificante all’improvviso si trasformi in un Dio, fantastico e unico? Che cosa è scattato?"
Ovviamente, non esiste una risposta certa a queste domande, ma possiamo però dire che l’amore è qualcosa che trasforma la nostra visione e che ci aiuta a vedere le cose e le persone.. diversamente.
Certo, ciò che però è fantastico... è che anche noi “ci vediamo diversamente”, perché l’amore ha soprattutto la forza di cambiarci dentro...

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