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Chiara Inesia


lunedì 17 marzo 2008

OMOTOSSICOLOGIA

di Aquilino Polito

L’OMOTOSSICOLOGIA figlia dell’omeopatia nasce intorno agli anni '50 con il medico tedesco Hans-Heinrich Reckeweg, già medico omeopata, che non soddisfatto della definizione di malattia data dalla dottrina Hahnemaniana teorizzò che ".... tutti quei processi che noi chiamiamo malattie sono l'espressione delle misure difensive biologicamente opportune, contro omotossine esogene ed endogene....; oppure rappresentano il tentativo biologicamente opportuno, da parte dell'organismo di compensare i danni omotossici subiti al fine di mantenersi in vita quanto Più a lungo possibile..." (Dr H-H Reckeweg).

Con l'introduzione de concetto di omotossina (fattore tossico per l'uomo), la malattia viene ad essere considerata come una risposta immunitaria difensiva da parte del Sistema della Grande Difesa dell'ospite verso questo tossico che può provenire dall'esterno oppure dall'ospite stesso.
L'organismo si difende da questi attacchi attraverso l'attivazione del cosiddetto "Sistema della grande difesa"; questo è composto da 5 sottosistemi che si integrano a vicenda :1) Sistema reticolo-endoteliale che produce gli anticorpi ; 2) Meccanismo Adenoipofisi - Corteccia surrenale, che controlla le funzioni del tessuto connettivo e quindi è deputato alla modulazione della infiammazione; 3) Sistema del riflesso neurale; 4) Funzione disintossicante del fegato, che serve ad eliminare le omotossine mediante la formazione di un composto chiamato omotossone, dato dall'accoppiamento di due omotossine:
OMOTOSSINA (tossica) + OMOTOSSINA (tossica) = OMOTOSSONE (non tossico)
5) Funzione disintossicante del connettivo che esplica sia una funzione passiva drenante, avviando verso gli emuntori gli omotossoni, sia una funzione attiva producendo macrofagi, linfociti e leucociti, cellule impegnate attivamente nell'infiammazione.

Il connettivo rappresenta il campo dove si svolge quel fenomeno che abbiamo chiamato "Malattia" ; esso è sotto l'influenza sia dell'ipofisi che del surrene alternando fasi di acidità a fasi di alcalinità secondo le leggi della Commutazione vegetativa di Hoff.
Questa si estrinseca attraverso il passaggio da una fase acida, che va dalle tre del mattino alle tre del pomeriggio, in cui prevale l'infiammazione intesa come fase digestiva (digestione parenterale di Rosale) e depurativa, ad una fase alcalina, che va dalle tre del pomeriggio alle tre del mattino, in cui prevale l'intossicazione con imbrigliamento nel connettivo di sostanze tossiche.

Abbiamo detto che la malattia non è altro che una battaglia tra un tossico che aggredisce e l'ospite che cerca di difendersi; ebbene se l'organismo non vince questa battaglia va incontro a malattie che si aggravano sempre di più fino alla morte dell'ospite.
Per esempio l'introduzione di un tossico epatico causerà inizialmente un'epatite, poi una cirrosi ed infine un cancro del fegato.

Questo susseguirsi di eventi con aggravamento della patologia viene definita da Reckeweg " Vicariazione progressiva". Se si interviene con una terapia antiomotossica mirata, si blocca la progressione della malattia e si innesca una sorta di marcia indietro la cosiddetta " Vicariazione regressiva" che riporta l'organismo allo stato di salute iniziale.
Tutte le terapie retossiche provocano una vicariazione progressiva, mentre le terapie biologiche provocano una vicariazione regressiva.

L'Omotossicologia inquadra l'evoluzione morbosa di un paziente nella cosiddetta
“TAVOLA DELLE OMOTOSSICOSI ”.
La Tavola delle Omotossicosi viene suddivisa in Fasi Umorali e Fasi Cellulari.
Nelle Fasi Umorali, benigne, prevale la risposta da parte dell'organismo che ha ancora integri i suoi meccanismi di difesa; questa si suddivide in Escrezione, Reazione e Deposito.
Nelle Fasi cellulari, maligne, prevale il danno profondo ai meccanismi di difesa causati da terapie inadeguate; questa si suddivide in Impregnazione, Degenerazione, Neoplasma.

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