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Chiara Inesia


domenica 16 marzo 2008

LA RABBIA - COSA E' - COME RICONOSCERLA

di Lidia Fassio

La rabbia è il sentimento più comune insieme all’amore... infatti, proprio il rapporto tra Marte e Venere (asse prima settima) ci parla di due sentimenti che sono fondamentali per la sopravvivenza e, pertanto, li incontriamo entrambi fin dalle primissime fasi della nostra vita; se è vero che tutti sperimentiamo rabbia è altrettanto vero che non tutti sappiamo come agirla e come gestirla per cui vi sono notevoli diversità che, astrologicamente parlando, possono trovare indicazioni nel segno in cui si trova Marte e negli aspetti che esso fa.

Ovviamente, Marte si trova a suo agio nei segni di Fuoco... in cui può esprimersi facilmente e lavorare per difendere o affermare l’identità e la volontà della persona. Può però essere esagerata soprattutto quando viene iper stimolata da pianeti che infiammano e che tendono a farla esplodere ( tipo Sole, Luna e Giove).
L’elemento Aria è quello meno adatto a convogliare Marte (che infatti non ha nessuna sede in questo elemento). L’aria infatti non ama la rabbia e ancor meno la “re-azione”; ha bisogno di gestire e di dirigere tutto con la mente e con la dialettica ragion per cui Marte può essere troppo razionalizzato e, di tanto in tanto, schizzare quasi istericamente, soprattutto sotto forma di violenza verbale.
Terra e Acqua sono poco avvezze ad usare Marte... e, spesso, lo trattengono troppo all’interno. In particolare la Terra incamera la rabbia e cerca di farla diventare resistenza anch’essa pericolosa per gli esuberi.
Anche l’Acqua accumula ma tende a rimestare nel torbido e a produrre risentimenti e rivendicazioni che stagnano in attesa di soddisfazione.

La rabbia quando esplode sembra colpire improvvisamente obbligandoci a “reagire” ed è proprio in questa fase che scopriamo di comportarci in modo non sempre aderente ai nostri ideali e all’immagine che coltiviamo di noi stessi.
Per cercare di comprendere meglio queste dinamiche, è interessante capire e valutare bene che cosa è la rabbia.
Nelle descrizioni del sentimento di rabbia troviamo gradazioni diverse di sensazioni: irritazione, collera, alterazione fino ad arrivare alla rabbia vera che richiede una reazione di scarico della fortissima tensione che si è accumulata all’interno.

La rabbia è fortemente visibile anche sul piano fisico: infatti, il nostro corpo si muove sotto la pressione della rabbia; il viso si arrossa, gli occhi sembrano iniettarsi di sangue, i muscoli si tendono e sembrano spingere in fuori ciò che è trattenuto all’interno.
Marte è infatti un pianeta che tende a proiettarsi fuori e richiama una reazione di affermazione di sé stessi, della propria volontà e forza; Marte vuole provocare un effetto sull’altro e, in questo modo prova la sua forza di impatto sul mondo.

Indubbiamente, non è il fatto in sé che produce la reazione... ma bensì una velocissima valutazione che dà una tonalità precisa alla nostra rabbia, evocando una reazione che può essere diversissima da una persona all’altra. In effetti, la rabbia è quasi sempre collegata a fatti remoti.. non necessariamente è riferita strettamente a cosa sta accadendo in quel determinato momento. Gli scoppi di collera difficili da contenere vanno ad attivare un fuoco perenne che giace sotto il livello della nostra coscienza che però è molto reattivo a “situazioni che abbiano la stessa colorazione emotiva; in pratica, ci sono delle particolari situazioni che ognuno ritiene particolarmente “provocatorie” e queste sono assolutamente personali e si riferiscono a memorie della nostra storia personale.

La rabbia in sé ha uno scopo prevalentemente difensivo; infatti è un meccanismo di difesa che serve a farci capire quando dobbiamo salvaguardarci o addirittura salvarci e, pertanto, si attiva nel momento in cui qualcosa ci blocca o impedisce alla nostra volontà di agire in modo efficace.
Sostanzialmente ci informa che la nostra personalità non può uscire allo scoperto e che qualcosa o qualcuno ci sta schiacciando e ci sta bloccando impedendoci di agire e di farci valere.
La rabbia agisce con una sequenza precisa:

- un avvenimento, situazione o persona

- innesca una provocazione che ci fa irritare

- a quel punto la mente comincia a forgiare incessanti pensieri di collera che generano

- uno stato emotivo che spinge il corpo all’azione

- la tensione diventa fortissima e via via meno gestibile

- i pensieri distruttivi fanno scattare azioni distruttive (insulti, aggressioni o violenza).

E’ chiaro che ciò che innesca la rabbia sono i nostri processi mentali che macinano a velocità turbinosa. La prima cosa da comprendere per poter avere una chance di controllo su di essa è vedere che tutto dipende da noi e non dall’altro.

Continuare a sostenere che è l’altro ad averci provocato vuol dire non creare minimamente le condizioni per poter avere padronanza sulla rabbia. Capire che siamo noi che reagiamo a “qualcosa di nostro” è l’inizio del processo di cambiamento e rappresenta la prima presa di coscienza del fatto che ABBIAMO DELLE EMOZIONI, DEGLI ISTINTI E DEI PENSIERI di cui dobbiamo essere responsabili.


I grandi maestri orientali dicono che bisogna distinguere l’ESSERE dall’AVERE in quanto l’ESSERE è precedente ed è quello che crea l’AVERE.

Solo chi esiste ed è può pensare di avere e non il contrario. In questo modo possiamo capire che ABBIAMO sentimenti, istinti ed emozioni ma che non SIAMO quegli istinti, sentimenti ed emozioni.

Dire “sono arrabbiato” non è corretto perché stabilisce una identificazione totale con il sentimento; dire invece “quella situazione ha fatto scattare la mia rabbia” vuol dire che potremo creare le condizioni affinchè, nella stessa situazione, possiamo avere possibilità diverse di re-agire a ciò che abbiamo sentito.



La rabbia, come abbiamo visto è un fuoco interno, qualcosa che può bruciare tantissimo e della quale, proprio per questo, molte persone hanno paura e, pur di non esploderla, tendono a trattenerla all’interno in modo da non permetterle di distruggere.

Le donne sono i soggetti che, proprio perché hanno una minore dimestichezza con Marte e con i valori Ariete, tendono a trattenere di più la rabbia; molta è anche questione di educazione: esse vengono educate a “piacere” e ad essere “morbide ed accoglienti” e quindi sentono la rabbia marziana come qualcosa di estraneo che potrebbe alienare gli altri; così, quando la sentono la trattengono pensando in questo modo di non sentirla e di non farla diventare distruttiva; rinnegandola pensano di renderla addomesticabile; niente di più erroneo però; la rabbia non si seda, continua a lavorare all’interno fino a trovare strade a volte molto impervie fino a diventare tragiche.


Le donne sono spesso vittime di depressione proprio perché li’ è andata a finire la rabbia non accettata e non portata fuori: così la rabbia ha iniziato a bruciare dentro fino a togliere completamente il rapporto con la vitalità; con la depressione spesso emerge la distruttività sia nei confronti di sé stesse che nei confronti delle loro creature. Quasi tutte le madri che hanno ucciso le loro creature erano “donne arrabbiate” che, nel tempo, sono diventate depresse fino al punto da non vedere più soluzioni né per sé ne’ per i loro bambini.

E’ dunque importante riuscire invece a venire a patti con la rabbia, anche perché niente può essere “trasformato” senza utilizzare questo fuoco che è un vero e proprio fuoco sacro che, una volta accettato, può esprimersi fino a permettere di cauterizzare le antiche ferite e può ricreare il contatto con la propria volontà ed identità.


L’astrologia ha sempre fatto l’associazione tra Marte e il Fuoco e allora proprio da questo possiamo partire per comprendere che la rabbia non ha solo un lato negativo, ma, come tutte le nostre parti e le nostre emozioni, ha una parte nobile addetta alla nostra difesa ed una parte infinitamente trasformante; il fuoco trasforma le cose da uno stato all’altro; trasforma i metalli e li fa diventare morbidi, malleabili e lavorabili: come non pensare che il nostro fuoco interiore non possa essere utilizzabile per la nostra trasformazione?

Il Fuoco cuoce i nostri cibi e li fa diventare digeribili ed assimilabili; così, anche il nostro fuoco interno può esserci di auto nel creare la possibilità di rendere accettabile qualcosa che prima non lo era e di cauterizzare una ferita ancora sofferente.

Un tempo gli alchimisti usavano il fuoco per trasformare il piombo in oro e questo passaggio noi possiamo farlo con i nostri contenuti interni: possiamo dunque lavorare sul nostro piombo fino a farlo risplendere di luce.

Il Fuoco fu regalato agli umani da Prometeo che lo rubò agli Dei simbolo dunque di qualcosa che ora ci appartiene e che può aiutarci nel percorso di consapevolizzazione e di coscienza.


La rabbia richiede prima di tutto attenzione: bisogna “ascoltarla” in modo da saper comprendere per cosa scatta, da dove origina, attorno a quale “bisogno” si è organizzata: anche questo è un modo per restare in contatto con questa emozione senza doverla rimuovere solo perché la sentiamo pericolosa per noi o per gli altri: riconoscere la rabbia significa dare dignità a qualcosa che è fortemente vitale per noi: Marte, infatti, è il pianeta che è in diretto contatto con la vitalità e con l’intenzionalità di Plutone (ed anche con i bisogni più profondi) e per questo coglie qualsiasi cosa (un pensiero, uno sguardo o un’azione) che potrebbe ferirci e, per avvisarci, fa scattare la rabbia.


Riconoscere la rabbia non vuol dire doverla necessariamente esplodere, ma vuol dire aprirsi delle opportunità per imparare a conoscerla e poi gestirla.

Quando si trattiene la rabbia è perché non si vuole ferire; magari si è vissuti in una situazione dove la rabbia “faceva male” e quindi ci si è congedati da lei pensando che in questo modo non si farà più del male.

Gestire la rabbia vuol dire anche poter riutilizzare l’energia che prima era interamente sacrificata nell’operazione di trattenere ciò che avrebbe voluto uscire. E’ quindi sempre un’operazione che aiuta a star bene e a darsi valore.

Quando si sta zitti nel momento in cui si subisce un sopruso significa che non si è in grado di gestire quello che sta succedendo sia fuori che dentro.

Chi trattiene la rabbia fa accumuli terrificanti che diventano rancori per sedare i quali vive in una sorta di “trance” nella quale tutto viene attutito, in una parola: “non sentito”.


Vi consigliamo di seguire questi quattro step utili per gestire la rabbia

- la prima operazione è “sentire” la rabbia nel momento in cui è scattata. La rabbia scatta per un bisogno preciso che non è stato soddisfatto oppure quando il nostro spazio viene prevaricato o invaso; fare il primo passo significa cominciare a dire “io sento qualcosa ”, o meglio ancora “io mi sento arrabbiato”; con queste parole, anche se stiamo comunicandole ad un’altra persona, stiamo però parlando solamente di noi stessi, non stiamo accusando nessuno di averci fatto arrabbiare ma stiamo esprimendo un nostro “sentimento” preciso che c’è e che deve essere riconosciuto;


- la seconda fase è quella di riuscire a dire cosa ci sta succedendo. In pratica è una fase in cui “chiediamo attenzione” all’altro perché vogliamo esplicitare qualcosa che stiamo cercando di comprendere meglio per poi poter esprimere. Questa modalità è molto interessante perché apre al dialogo con l’altro e facilita la possibilità sia di farsi conoscere che di conoscere: tra l’altro fa comprendere all’altro che vogliamo chiarire qualcosa che abbiamo percepito in modo particolare; ricordiamo che la rabbia è sempre sollecitata dalla paura, dall’inadeguatezza o dall’impotenza; in questa fase hanno grande importanza le parole che usiamo e il tono che utilizziamo nel comunicare con l’altro: ovviamene è una possibilità che stiamo sperimentando utile sia per noi che per le relazioni;


- in questa terza fase dobbiamo arrivare a dare una descrizione meno sommaria di quello che abbiamo sentito: infatti, la rabbia è un’emozione primaria a cui si aggiungono in genere: delusione, paura, depressione, frustrazione ed è molto importante riuscire a tirare fuori il sentimento secondario perché sarà proprio quello a farci capire cosa ci sta dietro alla nostra rabbia;


- nella quarta fase siamo in grado di portare fuori pienamente i nostri “bisogni”, quelli che – negati – hanno fatto scattare la rabbia che ci sembrava indifferenziata. A questo punto siamo in grado di capire meglio le nostre motivazioni e di esplicitare i nostri bisogni.


E’ chiaro che dopo queste quattro fasi ci accorgiamo che la rabbia si è “smontata” proprio perché abbiamo fatto due passi importanti: abbiamo capito quali sono i comportamenti e le situazioni che fanno scattare la nostra rabbia e, al tempo stesso, abbiamo imparato moltissimo su noi stessi e sui bisogni che dobbiamo cominciare a soddisfare o a far rispettare dagli altri. Queste due possibilità apriranno anche nelle relazioni maggiori spazi di discussione per giungere a quei compromessi che sono fondamentali in un qualsiasi rapporto.


Come possiamo vedere, la rabbia è un fenomeno tipicamente marziano, ma per riuscire a comprenderla e a gestirla, dobbiamo utilizzare prima di tutto la Luna: “sentire” la rabbia è il primo step dopo il quale possiamo cominciare a verbalizzare ciò che abbiamo dentro utilizzando “Mercurio” per giungere, infine, con il pianeta “Venere” a fare una valutazione degli effettivi bisogni e sentimenti che, restando insoddisfatti la fanno scattare.

Come sempre vediamo che le possibilità nascono dall’utilizzo integrato della parte istintiva e di quella razionale.


da http://www.eridanoschool.it/

2 commenti:

Anonimo ha detto...

cara chiara inesia sono paola e ho gia scritto sull'anemia.
volevo farti sapere come questo articolo di lidia fassio l'ho trovato utile e interessante.
l'origine della mia rabbia repressa ( che mi ha portato a una colecistectomia) è nata dalla mia difficolta di affermarmi, e questo anche perchè non mi sona mai riconosciuta il diritto di " sentire" emozioni che forse incosciamente mi facevano paura e percepivo come distruttive..e potevano poi portarmi a dire cose spiacevoli che potevano ferire le persone care con la conseguenza di doverle perdere.
difatti nel mio tema la mia luna si trova in capricorno nella VII casa ed è quadrata a mercurio in IV.. e opposta all'ascendente a 28°dei gemelli/cancro...
certo oggi sono cambiata , ho scoperto che è essenziale e importante per me manifestare il mio pensiero anche se contrasta con quello altrui, anche se a volte porta a conflitti...e questo per una maggiore chiarezza sia verso me stessa e verso gli altri.
non devo per forza piacere a tutti e non devo necessariamente adattarmi sempre e comunque...l'opposizione di marte in V bilancia con giove in XI l'ho sempre vissuta in modo passivo cioè cercando sempre e comunque l'adattamento perdendo a mia identita e rimanendo nell'ombra.
insomma sto cercando di integrare queste due energie per poter poi presto essere me stessa e realizzare il progetto del mio sole in vergine che è quello di servire gli altri e confermato anche dal mio MC in pesci dove c'è anche chirone.
cari saluti e complimenti per il tuo blog che leggo spesso e volentieri!

Chiara Inesia Sampaolesi ha detto...

Cara Paola,
grazie mille per la tua testimonianza, davvero molto preziosa.
E' esattamente ciò che riferisci, il messaggio importante, a mio avviso, per comprendere come abbiamo tutto il diritto e il dovere di essere noi stessi, ma anche di saper comunicare con gli altri in maniera civile, senza farci calpestare e senza calpestare.
La perdita della propria identità per uniformarci ad essere quello che agli altri sarebbe più comodo porta a un dolore costante e lacerante che non possiamo non ascoltare, non possiamo ignorare ...altrimenti poi il nostro corpo ci parlerà lui al posto delle nostre emozioni e come è capitato a te, se è rabbia repressa si tradurrà, molto facilmente, in una patologia della colecisti.

Sono molto felice che frequenti questo blog e che trovi cose interessanti e utili, è questo il mio intento con questo spazio.
Cari saluti!

Chiara Inesia