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Chiara Inesia


venerdì 28 marzo 2008

AMORE DI SE' AMORE DELL'ALTRO (VENERE)

Di Lidia Fassio

Venere incarna due significati importanti:
• Quello di amore
• Quello di relazione

Quando noi sperimentiamo la potente energia che chiamiamo amore abbiamo la capacità di uscire da questo guscio e riusciamo finalmente ad abbandonare la nostra corazza, i nostri egoismi, le nostre paure.
Quando siamo innamorati riusciamo a sentire che non siamo più piccoli e limitati, abbiamo una potenzialità che prima non avevamo, anche energeticamente ci troviamo con un sovraccarico, non siamo mai stanchi.

L’amore oltre ad essere una carica energetica è anche un principio di attrazione, perché quando lo sperimentiamo siamo attratti da qualcosa.
L’amore può esistere anche se non c’è relazione: questo significa che l’amore mette sempre in atto un tipo di scambio, ma non è detto che sia necessariamente con un’altra persona.
Platone diceva che inizialmente eravamo ermafroditi, esseri uniti, ma eravamo così presuntuosi e incapaci di condividere che Zeus si arrabbiò e ci divise a metà; così facendo, abbiamo incominciato a cercare disperatamente l’altra metà, perché ci siamo sentiti monchi, limitati, vuoti.

Nei miti il significato di amore è molto diverso da come lo intendiamo noi oggi, bisogna arriva fino al ‘600 o al ‘700 per avere la sensazione di poter trovare qualcosa di simile a quello che pensiamo noi dell’amore, nell’antichità l’amore era visto più che altro come qualcosa di travolgente. Nei miti greci l’amore era visto come qualcosa che rapisce la ragione e allontana dall’equilibrio precedente.
Dal punto di vista psicologico possiamo fare alcuni ragionamenti. L’amore è una forza travolgente, quindi deve avere delle capacità che non si possono esaurirsi nell’incontro con l’altro, per cui prima di essere qualcosa che riguarda gli altri deve essere qualcosa che riguarda noi stessi; è, infatti, la più gran possibilità che la vita ci ha messo di fronte per vedere quello che noi siamo, per aprire e scoprire delle parti di noi.

Ciò significa che attraverso l’amore viviamo le più grandi proiezioni, buona parte delle nostre proiezioni sono vissute attraverso le relazioni, in particolare attraverso la relazione amorosa, che catalizza tutta una serie di tematiche interne.
L’amore però è fondamentalmente un qualcosa di nostro: se pensate a quei transiti che più di altri possono spingere o farvi sperimentare qualcosa che riguarda l’innamoramento (parlo dei transiti di Giove, molto veloce, e di Nettuno e Urano), tutti con modalità diverse ci spingono, quando toccano la nostra Venere, a conoscere delle parti nuove di noi.

Quindi proprio attraverso il riflesso che l’altro ci porterà di noi (ogni persona ci porta un riflesso diverso di noi ) possiamo arrivare a conoscerci molto di più. Nello stesso tempo, però, tutto quello che noi sperimentiamo a livello di emozioni durante un transito o durante un innamoramento è qualcosa che ci fa capire che abbiamo infinite possibilità, che regolarmente non sfruttiamo.
Quando siamo invasi da questo tipo di energia, l’amore, è come se avessimo tutti i pori aperti, come se la pelle e tutto il nostro corpo fossero in una fase di assimilazione, come se noi riuscissimo ad aprirci a tutto quello che c’è di nuovo.

Pensate all’innamoramento che avviene con Giove, che rappresenta un grandissimo bisogno di crescere: voi avete la sensazione che proprio attraverso quella persona voi state crescendo, voi state conoscendo delle cose incredibili di voi, quindi la proiezione che voi fate è nell’attribuire tutte queste qualità a quella persona, che voi vedete come una persona ricca, generosa, ricca di potenziali che porta a voi; in realtà il transito non vuole dirvi questo, ma che attraverso questa persona voi state proiettando i vostri potenziali, state proiettando il vostro bisogno di crescere, di aprirvi, di essere più disponibili, di avventurarvi nel mondo senza tutte le paure che avete.

Sostanzialmente l’amore sembra arrivare da fuori, invece è un’energia che parte da dentro e porta verso il fuori. Interessante è vedere la descrizione dell’amore in letteratura, nella tragedia greca (per esempio Sofocle) spesso è visto come destabilizzante, destrutturante all’interno, per cui si può perdere la pace, il sonno, la ragione, tutti i punti di riferimento, in effetti, i punti di riferimento devono cambiare.

Se pensiamo all’amore dal punto di vista astrologico pensiamo a qualcosa che coinvolge la casa VII, dato che Venere ha il domicilio primario in bilancia, però in VII inizia anche un altro tipo di equilibrio rispetto a quello avuto fino alla casa VI: bisogna necessariamente aprire dalla VI alla XII casa.
Mentre nelle case sotto l’orizzonte si siamo divisi dal Tutto, in quelle sopra bisogna riunire, per cui VENERE è il più grande principio di unione - e non di fusione - che ci porta a rincontrare l’altro, ma anche e soprattutto le altre parti di noi.

E’ vero che l’amore passa attraverso un grandissimo sconvolgimento, una disintegrazione del tipo di equilibrio che c’era prima, anche da un punto di vista psicosomatico l’amore è uno stress grandissimo, fantastico dal punto di vista psichico ma stressante da quello fisico, viene visto alla stregua di qualcosa di fortemente destabilizzante: in definitiva l’amore è una gran crisi che rompe l’equilibrio esistente instaurando un nuovo equilibrio.
Filosoficamente l’amore è stato visto come qualcosa di destrutturante e di difficile, come qualcosa che allontana l’individuo da quello che era il suo mondo conosciuto e lo avventura dentro qualcosa di sconosciuto.

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