Sono un wicasa wakan (uomo di medicina).
Un wicasa wakan deve trovarsi molto spesso da solo.
Vuole stare lontano dalla massa, dalle piccolezze quotidiane.
Ama meditare, appoggiarsi ad un albero o ad una roccia e sentire come si muove la terra sotto di lui e come grava su di lui il peso del vasto cielo fiammeggiante.
In questo modo impara a capire. Chiude gli occhi e incomincia a vedere chiaramente.
Ciò che vedi con gli occhi chiusi, è questo che conta.
Il wicasa wakan ama il silenzio, si avvolge in esso come in una coperta: un silenzio che non tace, che, con la voce simile al tuono, gli insegna molto.
Il wicasa wakan ama il silenzio, si avvolge in esso come in una coperta: un silenzio che non tace, che, con la voce simile al tuono, gli insegna molto.
Un uomo simile ama esser in un luogo in cui può sentire solo il ronzio degli insetti.
Siede, chiede aiuto. Parla con le piante e queste gli rispondono.
Ascolta attentamente le voci di wama kaskand, degli animali.
Diventa uno di loro. Da tutte le forme di vita affluisce qualcosa dentro di lui e anche lui emana qualcosa. Io non so, cosa e come, ma è così.
L'ho vissuto.
L'ho vissuto.
Cervo Zoppo
(Capo Sioux)
3 commenti:
Poco tempo fa ho letto un libro – raccolta di discorsi detti e poesie degli Indiani d’America. Ce n’erano molti proprio di Cervo Zoppo che mi sono piaciuti tantissimo. Te ne riporto uno.
Ciao, Massimo
Lasciateci mettere a sedere tutti qui nella libera prateria, dove non vediamo nessun recinto e nessuna strada. Non sediamoci su di una coperta, i nostri corpi devono sentire il terreno, la robustezza degli arbusti, che si adeguano al nostro contatto. L’erba deve essere il nostro materasso, affinchè ne possiamo percepire la durezza e la morbidezza.
Lasciateci essere come pietre, come piante e alberi. Lasciateci essere animali, lasciateci pensare e sentire come loro.
Ascolta l’aria! Tu puoi udirla, sentirla, odorarla e gustarla. Woniya wakan, l’aria sacra, che rinnova tutto con il suo respiro. Woniya, woniya wakan; Spirito, vita, respiro rinnovamento, la parola significa tutto questo. Woniya – noi sediamo gli uni vicino agli altri, non ci tocchiamo, ma qualcosa è qui; noi sentiamo che qualcosa è presente tra noi. Questo è un buon inizio, per meditare sulla Natura e per parlare di lei. Ma noi non parliamo solo di lei. Conversiamo con lei, parliamo con i fiumi, i laghi e i venti come con i nostri familiari.
Cervo Zoppo
Grazie Massimo
per il tuo post, personalmente mi auguro che quante più persone possibili vogliano riprendere un contatto profondo con la natura, grande Maestra di saggezza e perfezione.
Saluti!
Chiara Inesia
Anche io lo spero! Avvicinarsi alla Natura non vuol dire fare un passo indietro…vuol dire essere più consapevoli…magari sembra un paradosso, ma la ricerca della consapevolezza, per quanto possa sembrare difficile da raggiungere in realtà la si trova nella semplicità…e semplicità vuole dire soprattutto Natura…la semplice perfezione!
Ciao Massimo
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