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Benvenuti nel mio blog!
E' mio grande piacere, con questo spazio, mettere a disposizione di tutti ciò che più amo: POESIA, MUSICA, SPORT, MEDICINA, PSICOLOGIA, SAGGEZZA POPOLARE e tanto altro
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Chiara Inesia


lunedì 11 marzo 2013

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Anche se non viene più aggiornato (l'uso di fb ha prevaricato), spero i contenuti qui presenti possano esservi in qualche modo ancora utili!

Chiara Inesia

lunedì 9 novembre 2009

AD OGNI COSTO - Vasco Rossi

Guarda che lo so
che gli occhi che hai
non son sinceri
sinceri mai
neanche quando ti svegli
nanana
tanto è lo stesso
soffro anche spesso

Ma sono qui
amo dirtelo
voglio restare insieme a te
ad ogni costo

Guarda che lo so
mi tradirai
io ti conosco
e lo farai
anche senza rispetto
nanana
tanto è lo stesso
soffro anche spesso

Ma sono qui
amo dirtelo
voglio restare insieme a te
ad ogni costo
ad ogni costo

Guarda che lo so
che gli occhi che hai
non son sinceri
sinceri mai

Ma sono qui
amo dirtelo
voglio restare insieme a te
ad ogni costo
ad ogni costo.


giovedì 5 novembre 2009

LA TERRA SANTA - Alda Merini

LA TERRA SANTA

Ho conosciuto Gerico,
ho avuto anch'io la mia Palestina,
e le acque limpide del Giordano.
Le mura del manicomio
erano le mura di Gerico
e una pozza di acqua infettata
ci ha battezzati tutti.
Lì dentro eravamo ebrei
e i Farisei erano in alto
e c'era anche il Messia
confuso dentro la folla:
un pazzo che guardava i Cieli
e implorava ridendo
Noi tutti, branco d' asceti
in un avello d'orrore
noi tutti dentro l'amore
eravamo come gli uccelli.
E ogni tanto una rete
oscura ci imprigionava
ma andavamo verso la messe,
la messe di nostro Signore
e Cristo il Redentore
confinato dietro una rete
urlava a squarciagola
tutto il suo male in Dio.
Fummo lavati e sepolti
odoravamo di incenso.
e dopo, quando amavamo,
ci facevano gli elettroshock
perché, dicevano,
un pazzo non deve amare nessuno.
Ma un giorno da dentro l'avello
qualcosa mi ha risvegliata
e anch'io come Gesù
ho avuto la mia resurrezione
sono tornata alla vita
ma non sono salita ai cieli
sono discesa all'inferno
da dove riguardo stupita
le mura di Gerico antica.

di Alda Merini, 1984

venerdì 7 agosto 2009

LEONARD COHEN "DANCE ME TO THE END OF LOVE"

Dance me to your beauty with a burning violin
Dance me through the panic 'til I'm gathered safely in
Lift me like an olive branch and be my homeward dove
Dance me to the end of love
Dance me to the end of love

Oh let me see your beauty when the witnesses are gone
Let me feel you moving like they do in Babylon
Show me slowly what I only know the limits of
Dance me to the end of love
Dance me to the end of love

Dance me to the wedding now, dance me on and on
Dance me very tenderly and dance me very long
We're both of us beneath our love, we're both of us above
Dance me to the end of love
Dance me to the end of love

Dance me to the children who are asking to be born
Dance me through the curtains that our kisses have outworn
Raise a tent of shelter now, though every thread is torn
Dance me to the end of love

Dance me to your beauty with a burning violin
Dance me through the panic till I'm gathered safely in
Touch me with your naked hand or touch me with your glove
Dance me to the end of love
Dance me to the end of love
Dance me to the end of love



CONDUCIMI FINO ALLA FINE DELL'AMORE

Conducimi fino alla tua bellezza con un violino ardente
Conducimi attraverso il panico finchè potrò essere al sicuro
Alzami come un ramo d'ulivo e diventa la colomba che mi riconduce a casa
Conducimi fino alla fine dell'amore

Oh fammi vedere la tua bellezza quando le prove sono perdute
Fammi sentire il tuo movimento come fanno in Babilonia
Mostrami lentamente ciò di cui solo io conosco i limiti
Conducimi fino alla fine dell'amore
Conducimi fino alla fine dell'amore

Conducimi alla cerimonia nuziale ora, conducimi senza fermarti
Conducimi molto teneramente e molto a lungo
Siamo entrambi inferiori al nostro amore, siamo entrambi superiori
Conducimi fino alla fine dell'amore
Conducimi fino alla fine dell'amore

Conducimi ai bambini che chiedono di nascere
Conducimi attraverso i sipari che i nostri baci hanno logorato
Alza una tenda di difesa ora, anche se ogni filo è lacerato
Conducimi fino alla fine dell'amore

Conducimi fino alla tua bellezza con un violino ardente
Conducimi attraverso il panico finchè potrò essere al sicUro
Toccami con le tue mani nude o toccami con il tuo guanto
Conducimi fino alla fine dell'amore
Conducimi fino alla fine dell'amore
Conducimi fino alla fine dell'amore

venerdì 29 maggio 2009

CHIARA - Alessandro Mara

Oggi il cielo ha su lo spolverino
Non so se perché è triste o per starmi più vicino
Chiara luna di notte
Chiara sole al mattino
Certe nuvole d'oro le fanno da coro
Fiore di campo in cima ad un vulcano
Chiara sta sola e rimane un mistero
Chiunque vorrebbe tenerla per mano
Perché quando ama, lei ama davvero

Chiara che si nota tra la folla
Chiara che ha imparato a stare a galla
Chiara dal sorriso dolce e provocante
Chiara che non può non essere importante
Chiara spaesata in mezzo alla gente
È un dono o un difetto essere trasparente?
Essere trasparente

Frizzante e vivace con riservatezza
Trascina il suo senso di inadeguatezza
Chiara se si impegna si impegna fino in fondo
Chiara che col cuore abbraccia tutto il mondo
Come posso amarti col mio niente da offrirti
Eppure vorrei, solo per una volta
Vivere la tua pelle di seta di stelle
E nel mistero dei tuoi occhi calarmi fino in fondo

Chiara che si nota tra la folla
Chiara che ha imparato a stare a galla
Chiara dal sorriso dolce e provocante
Chiara che non può non essere importante
Chiara spaesata in mezzo alla gente
È un dono o un difetto essere trasparente?

Chiara che si nota tra la folla
Chiara che ha imparato a stare a galla
Chiara dal sorriso dolce e provocante
Chiara che non può non essere importante
Chiara spaesata in mezzo alla gente
È un dono o un difetto essere trasparente?
Essere trasparente


LE TRE ANIME DEL BRASILE


di Pierluigi Lattuada e Walter Gioia

Il Brasile guarda con mille occhi. Sono gli occhi di madri che partoriscono per la strada, di bimbi affidati alla porta del pronto soccorso delle metropoli, dei vecchi sdentati senza età, dei rampolli ricchi e meno ricchi nelle sale da ballo, delle piccole indie con arco e frecce nelle favelas di periferia. Occhi giovani e antichi, profondi e umidi, nerissimi e colorati. E quando ti guardano, ti inviano il loro messaggio: il significato di quello che fai sta esattamente in quello che fai.
La gente sembra sapere da sempre che è così. Trasforma in danza la sua tristezza e beve un liquore forte e limpido che chiama cachaça, Per terra, sui marciapiedi di Rio e di Bahia, disegna stelle col sale e accende candele. Ai mercati generali, insieme a frutta e tabacco, compra statue colorate rappresentanti i santi e i diavoli che utilizza nei terreiros, i luoghi sacri per i riti dell’Umbanda e del Candomblé. Nei terreiros la gente va a curarsi. Assiste alle celebrazioni dove i sacerdoti-medium in vesti bianche cantano, danzano e bruciano incensi per propiziare la venuta di alcuni dei tanti spiriti che simboleggiano i vari aspetti del divino e con esse si transidentificano e operano rituali.
Anche così, attraverso il simbolo, la cultura brasiliana resta viva, tramandando ciò che di più vitale ha saputo produrre. La pregnanza cosmica del significato simbolico costruisce una sintesi e stabilisce una continuità che arriva direttamente all’ancestro e con esso intreccia un legami fuori dallo spazio-tempo, un cordone infrangibile di amore il cui “dove” naturale è il tutto.
Il biologico, l’istintivo e l’immaginario respirano profondamente nel petto di ogni brasiliano, ed è a tale livello che le persone comunicano, si riconoscono e si amano. È l’energia dell’umano a svelare il mistero della comunicazione. Attraverso il rito la parte ritorna al tutto. L’uomo biologico rivendica la sua natura più profonda; ancorato alle sue origini recupera l’uomo sociale dentro di sé, spazzando via l’ingorgo culturale e aprendo la strada all’uomo universale. In essenza, la cultura brasiliana è la cultura del transe, frutto della mescolanza delle sue tre anime: la bianca, la india e la nera.
L’anima bianca del portoghese cattolico che comandava, decideva e professava il suo culto alla luce del sole. L’anima colta e padrona che ha partorito, insieme ai mostri del potere politico-economico, una miriade di comunità spirituali sparse per tutto il Brasile e persone deliziose capaci di realizzare una sintesi del patrimonio del suo popolo e di lasciare una voce al cuore del Brasile.
L’anima nera dello schiavo portato in catene, domato con il ferro, che divenne, con la sua robustezza e le sue fatiche immani, il pilastro della produzione minerario-agricola che condusse il Brasile all’età adulta. L’anima Afro, grondante sudore e sangue, sopravvissuta alla saggezza della accettazione, anche grazie ad un filo di amore connesso all’universale e intessuto dagli Orixás, divinità portate da oltre oceano, archetipi, forze elementari e spirituali ad un tempo.
L’anima rossa dell’indio, fiero e indomabile, che collaborando o più spesso ribellandosi al bianco oppressore, continuò a popolare il territorio di un amalgama etnoculturale estremamente ricco e vario. L’anima india, forte e guerriera, sacra nel quotidiano, indivisa e selvaggia nel suo rapporto con la natura, senza tempo, dagli occhi puliti e insondabili, dal cuore istintivo e vergine.
Così gli Orixás fraternizzarono con la tradizione sciamanica india, il suo culto sacro per la natura, le danze estatiche e propiziatorie, si mascherarono, per sopravvivere, nelle vesti e sembianze di ignari e compiacenti santi cattolici. I culti afro-brasiliani, nelle loro varie sfaccettature, in questo modo si sparsero per tutto il litorale, si addensarono nei nuclei urbani, forgiarono comunità sparse nelle vaste praterie e nelle intricate selve amazzoniche e del Mato Grosso.
Lo sciamano indio, con il suo esempio, insegna allo scienziato occidentale l’unità, il rispetto imprescindibile e assoluto per l’ecosistema in cui vive. Egli sa di essere parte di tutto ciò che lo circonda, sa che se il rispetto per l’ecosistema passa per il rispetto di sé e che se non rispetta se stesso non può produrre nulla di rispettabile. Lo sa e lo vive.
I sacerdoti degli Orixás insegnano al medico occidentale a parlare col cuore, a porre la scienza al servizio dell’amore. La cultura brasiliana del transe (da non confondersi con la trance) è dunque un’inestricabile miscuglio delle tre anime che l’hanno prodotta. Essa, nelle sue varie forme che pongono l’accento ora sull’una ora sull’altra anima, nutre l’uomo universale dentro di noi, recupera l’energia dell’umano riappropriandosi dei simboli archetipici in quanto catalizzatori di energia. Essa ci conduce a riconoscere e a gestire la nostra ipersensibilità, ci insegna l’atteggiamento meditativo e l’umiltà della saggezza. Quell’umiltà dell’anima che rischiamo di perdere tra i prodigiosi balocchi della nostra tecnologia avanzata.


(Riza Scienze, n° 110, Marzo 1997)

domenica 17 maggio 2009

DIO COME TI AMO - GIGLIOLA CINQUETTI

di Domenico Modugno, 1966


Nel cielo passano le nuvole
che vanno verso il mare,
sembrano fazzoletti bianchi
che salutano il nostro amore.

Dio come ti amo
non è possibile
avere fra le braccia
tanta felicità
baciare le tue labbra
che odorano di vento
noi due innamorati
come nessuno al mondo

Dio come ti amo
mi vien da piangere
in tutta la mia vita
non ho provato mai
un bene così caro
un bene così vero
chi può fermare il fiume
che corre verso il mare
le rondini nel cielo
che vanno verso il sole
chi può cambiar l'amore
l'amore mio per te

Dio come ti amo
Dio come ti amo