BENVENUTI!

Benvenuti nel mio blog!
E' mio grande piacere, con questo spazio, mettere a disposizione di tutti ciò che più amo: POESIA, MUSICA, SPORT, MEDICINA, PSICOLOGIA, SAGGEZZA POPOLARE e tanto altro
.
Cari saluti!

Chiara Inesia


venerdì 28 marzo 2008

IL GRANDE SOGNO D'AMORE

di Gianfranco Casalis

Gli esseri umani credono nel grande sogno d’amore, come a quella possibilità di unione che può cambiare la vita in una relazione che implica il rispetto reciproco, fedeltà, condivisione, complicità.
Sembrerebbe che nel profondo del nostro essere ci sia una sorta d’energia sconosciuta che ci spinge alla ricerca di un altro essere che non rappresenti soltanto una possibilità riproduttiva semplicemente biologica, per la quale siamo naturalmente dotati, ma una tensione a realizzare quell’unione che ha una matrice diversa da quella fisica, difficilmente definibile, che sentiamo continuamente sfuggente e la cui ricerca spesso ci pone di fronte ad un vuoto incolmabile e ad una sensazione di grande mancanza.

La tensione a ricercare tale realizzazione ci conduce lungo territori sconosciuti per i quali all’inizio siamo come guidati da impulsi istintuali che, però, non risultano sufficienti a realizzare il grande sogno d’amore. Per comprendere meglio dovremmo scavare sotto la superficie e cominciare a ricercare ciò che non è immediatamente visibile.

Prima di diventare esseri umani completi e in seguito adulti, abbiamo vissuto per nove mesi custoditi, contenuti, protetti, in una dimensione paradisiaca, in una calda avvolgente dimensione, nell’utero materno, nel mare primordiale, in cui potevamo percepire un profondo senso di completezza biologica e psicologia.
In quelle tiepide, rincuoranti e oscure acque del mare primordiale, l’essere umano, probabilmente, non conosceva ancora che cosa è il bisogno e i meccanismi di adattamento e viveva cullato dalla risacca rassicurante dei ritmi e del respiro materno in una sorta di perfezione assoluta, non ragionata ma intensamente vissuta, in una percezione arcaica e lontana di cui l’essere umano, quando adulto, potrà percepire antiche, vaghe e indefinite tracce di memoria.

Ma anche se non conserviamo nulla di quelle tracce a livello di consapevolezza la loro presenza è ancorata nel nostro profondo e primitivo sistema biologico e psichico.
Questo periodo di profonda beatitudine è un’esperienza ancestrale presente e comune a tutta l’umanità.
Il momento della nascita è in relazione alla prima esperienza di distacco, separazione da quella originale condizione paradisiaca di totale e inconsapevole benessere.
La perdita di quella beata condizione si carica di angoscia poiché madre e figlio non sono più fusi in quella unità psico-corporea e il neonato comincia la sua vita da essere umano protetto e accudito in modo diverso dalla situazione primordiale precedente che insieme al nuovo modo di percepirsi attraverso le cure e l’amore materno si ricompone in una specie di nuova condizione paradisiaca.

Questa nuova condizione sostituisce quella precedente anche se profondamente diversa e il neonato, comincia a vivere l’origine di quella mancanza che da quel momento in avanti continuerà a cercare di colmare per il resto della sua esistenza.
Il bisogno dell’essere adulto di sognare e desiderare il grande amore, l’anima gemella, sembrerebbe avere origine da questi presupposti relazionali originari in cui la relazione di coppia sembra essere perfetta.

Dietro il profondo e umano desiderio d’amore vi è dunque il bisogno di ripristinare questo senso di completezza totale, di infinita beatitudine e assoluta interezza.
Ma dietro questo desiderio d’amore, spesso, nella relazione di coppia, si nasconde l’inganno dell’individuo che ancora rifiuta in modo oppositivo e inconscio la propria “nascita psicologica” e pretende, sempre inconsapevolmente, che il rapporto d’amore si adegui al suo bisogno paradisiaco in cui l’imperfezione legittima, umana del partner rappresenta una colpa, un difetto che non gli consente di ripristinare ciò che ha perduto e che ancora non ha emotivamente compreso del suo stesso remoto passato.

Questa mancanza di accettazione più profonda dell’altro che scaturisce dall’incapacità di diventare individui più consapevoli dei propri e dei limiti altrui e impossibilitati di sostituirci a quella relazione primaria, sprofonda l’essere umano in una sensazione di vuoto incolmabile e lo spinge, alla ricerca di un bisogno di risarcimento dalla vita che pensa, inconsciamente, il partner dovrebbe consentirgli di ottenere.

È come se quella parte infantile, non evoluta e inconscia pretendesse ancora di recuperare quell’amore incondizionato, in quella situazione beata, ormai lontana nel tempo ma continuamente presente e attiva, come una traccia di memoria antica e primitiva, nelle profondità del nostro essere che reclama d’essere rivissuta.
In questo modo l’individuo adulto ha difficoltà ad entrare in un contatto più autentico con l’“altro” da sé.
È una sorta di pretesa inconscia di onnipotenza che ostacola, nell’essere umano, la possibilità di entrare veramente in contatto con l’altro.

L’essere umano adulto dovrebbe comprendere e affrancarsi da quella condizione d’amore primario, legata alla relazione materna e profondamente radicata nella nostra dimensione più intima. In tal modo la consapevolezza che quella condizione non è ripetibile e che il nostro partner non può risarcirci di ciò di cui sentiamo la mancanza profonda ci consente di poter amare in modo più concreto, libero, autentico e profondo, dove il bisogno antico di dipendenza infantile si trasforma in interdipendenza consapevole e scambio reciproco nella consapevolezza e nel rispetto dell’autonomia di chi amiamo e dal quale siamo riamati.

L’essere umano non ancora affrancato da quella relazione primordiale d’amore beato e fusionale nel rapporto materno si spinge continuamente e inconsciamente alla ricerca di un amore di coppia totalizzante, ma del tutto estraneo alla realtà dell’altro con cui è in relazione.
Questo bisogno di amore assoluto entra in conflitto con i bisogni di indipendenza del partner che si sente spesso soffocato e ingabbiato da una richiesta non espressa e prevaricante.

In questa situazione di relazione infantile di dipendenza reciproca in una relazione amorosa non ancora emancipata da quella legata alla situazione primordiale materna, i due amanti si ritrovano a scambiarsi accuse e ripicche reciproche in un gioco di potere involutivo, mortificante e deprimente.
Inoltre, spesso, saranno spinti alla separazione dall’altro finché non riusciranno a comprendere emotivamente attraverso uno sguardo introspettivo meno superficiale, ciò che ripetono costantemente nelle loro relazioni in modo ignaro e che li riporta continuamente al punto di partenza, carichi di risentimento e insoddisfazione esistenziale dove le ombre del mondo inconscio vengono proiettate sull’altro considerato colpevole d’essere cambiato, diverso, non come lo avevamo conosciuto e quant’altro ancora.

In questo modo si carica l’altro di colpe che spesso appartengono allo stesso individuo che non ha il coraggio di mettersi in gioco con se stesso e trova nell’altro il capro espiatorio della propria sofferenza e insoddisfazione nevrotica.
Elaborare questo antico lutto relazionale del rapporto materno che ha inizio nella dimensione intrauterina, significa accettare emotivamente, profondamente e non soltanto con la razionalità che i partners non sono inseparabili.

Nella meravigliosa esperienza dell’innamoramento gli individui tornano in quella situazione di rapimento estatico e incantato che riporta in quella dimensione fusionale di condivisione assoluta. In questa dimensione amorosa, gli innamorati idealizzano l’amante e non lo vedono per quello che è veramente, ma per ciò che vorrebbero che fosse, annullando ogni tratto che preferiscono non conoscere.

Il bisogno fusionale legato alla dimensione intrauterina viene come reso nuovamente attuale in una sorta di risarcimento e di attesa infine soddisfatta.
Vivere l’illusione di questo sogno d’amore, come avviene nel momento dell’innamoramento, significa rimanere ancorati ad un irraggiungibile ideale di perfezione.
L’amore profondo e più autentico non si sviluppa nella dipendenza e nel bisogno perentorio d’essere amati senza esclusioni e incertezze, in cui la possessività la fa da padrona, esigendo che l’altro ci appartenga in modo oggettuale ed esclusivo.

L’altro non può essere un oggetto fagocitato dal nostro bisogno di possesso, ma un soggetto con i suoi propri desideri, i suoi modi d’essere e di pensare.
Se il bisogno fusionale atavico che l’innamoramento risveglia dal profondo del nostro animo non viene compreso ed elaborato non potrà evolversi in una dimensione d’amore più vera e porterà gli innamorati a vivere quella condizione di ricerca fusionale come una situazione mortifera tanto della coppia quanto del singolo individuo.

L’amore si sviluppa se si nutre di libertà in cui gli individui sono capaci di donarsi reciprocamente nell’accettazione delle loro umane e legittime differenze in grado di mantenere profondamente vivo il fuoco del desiderio. L’amore autentico non è sinonimo di perfezione e nasce dall’abbandono dell’onnipotenza illusoria di fusione totale, dall’umiltà e dalla consapevolezza di seguire ciascun componente della coppia il proprio “processo di individuazione” in un mutuo e costante donarsi reciproco.

AMORE DI SE' AMORE DELL'ALTRO (VENERE)

Di Lidia Fassio

Venere incarna due significati importanti:
• Quello di amore
• Quello di relazione

Quando noi sperimentiamo la potente energia che chiamiamo amore abbiamo la capacità di uscire da questo guscio e riusciamo finalmente ad abbandonare la nostra corazza, i nostri egoismi, le nostre paure.
Quando siamo innamorati riusciamo a sentire che non siamo più piccoli e limitati, abbiamo una potenzialità che prima non avevamo, anche energeticamente ci troviamo con un sovraccarico, non siamo mai stanchi.

L’amore oltre ad essere una carica energetica è anche un principio di attrazione, perché quando lo sperimentiamo siamo attratti da qualcosa.
L’amore può esistere anche se non c’è relazione: questo significa che l’amore mette sempre in atto un tipo di scambio, ma non è detto che sia necessariamente con un’altra persona.
Platone diceva che inizialmente eravamo ermafroditi, esseri uniti, ma eravamo così presuntuosi e incapaci di condividere che Zeus si arrabbiò e ci divise a metà; così facendo, abbiamo incominciato a cercare disperatamente l’altra metà, perché ci siamo sentiti monchi, limitati, vuoti.

Nei miti il significato di amore è molto diverso da come lo intendiamo noi oggi, bisogna arriva fino al ‘600 o al ‘700 per avere la sensazione di poter trovare qualcosa di simile a quello che pensiamo noi dell’amore, nell’antichità l’amore era visto più che altro come qualcosa di travolgente. Nei miti greci l’amore era visto come qualcosa che rapisce la ragione e allontana dall’equilibrio precedente.
Dal punto di vista psicologico possiamo fare alcuni ragionamenti. L’amore è una forza travolgente, quindi deve avere delle capacità che non si possono esaurirsi nell’incontro con l’altro, per cui prima di essere qualcosa che riguarda gli altri deve essere qualcosa che riguarda noi stessi; è, infatti, la più gran possibilità che la vita ci ha messo di fronte per vedere quello che noi siamo, per aprire e scoprire delle parti di noi.

Ciò significa che attraverso l’amore viviamo le più grandi proiezioni, buona parte delle nostre proiezioni sono vissute attraverso le relazioni, in particolare attraverso la relazione amorosa, che catalizza tutta una serie di tematiche interne.
L’amore però è fondamentalmente un qualcosa di nostro: se pensate a quei transiti che più di altri possono spingere o farvi sperimentare qualcosa che riguarda l’innamoramento (parlo dei transiti di Giove, molto veloce, e di Nettuno e Urano), tutti con modalità diverse ci spingono, quando toccano la nostra Venere, a conoscere delle parti nuove di noi.

Quindi proprio attraverso il riflesso che l’altro ci porterà di noi (ogni persona ci porta un riflesso diverso di noi ) possiamo arrivare a conoscerci molto di più. Nello stesso tempo, però, tutto quello che noi sperimentiamo a livello di emozioni durante un transito o durante un innamoramento è qualcosa che ci fa capire che abbiamo infinite possibilità, che regolarmente non sfruttiamo.
Quando siamo invasi da questo tipo di energia, l’amore, è come se avessimo tutti i pori aperti, come se la pelle e tutto il nostro corpo fossero in una fase di assimilazione, come se noi riuscissimo ad aprirci a tutto quello che c’è di nuovo.

Pensate all’innamoramento che avviene con Giove, che rappresenta un grandissimo bisogno di crescere: voi avete la sensazione che proprio attraverso quella persona voi state crescendo, voi state conoscendo delle cose incredibili di voi, quindi la proiezione che voi fate è nell’attribuire tutte queste qualità a quella persona, che voi vedete come una persona ricca, generosa, ricca di potenziali che porta a voi; in realtà il transito non vuole dirvi questo, ma che attraverso questa persona voi state proiettando i vostri potenziali, state proiettando il vostro bisogno di crescere, di aprirvi, di essere più disponibili, di avventurarvi nel mondo senza tutte le paure che avete.

Sostanzialmente l’amore sembra arrivare da fuori, invece è un’energia che parte da dentro e porta verso il fuori. Interessante è vedere la descrizione dell’amore in letteratura, nella tragedia greca (per esempio Sofocle) spesso è visto come destabilizzante, destrutturante all’interno, per cui si può perdere la pace, il sonno, la ragione, tutti i punti di riferimento, in effetti, i punti di riferimento devono cambiare.

Se pensiamo all’amore dal punto di vista astrologico pensiamo a qualcosa che coinvolge la casa VII, dato che Venere ha il domicilio primario in bilancia, però in VII inizia anche un altro tipo di equilibrio rispetto a quello avuto fino alla casa VI: bisogna necessariamente aprire dalla VI alla XII casa.
Mentre nelle case sotto l’orizzonte si siamo divisi dal Tutto, in quelle sopra bisogna riunire, per cui VENERE è il più grande principio di unione - e non di fusione - che ci porta a rincontrare l’altro, ma anche e soprattutto le altre parti di noi.

E’ vero che l’amore passa attraverso un grandissimo sconvolgimento, una disintegrazione del tipo di equilibrio che c’era prima, anche da un punto di vista psicosomatico l’amore è uno stress grandissimo, fantastico dal punto di vista psichico ma stressante da quello fisico, viene visto alla stregua di qualcosa di fortemente destabilizzante: in definitiva l’amore è una gran crisi che rompe l’equilibrio esistente instaurando un nuovo equilibrio.
Filosoficamente l’amore è stato visto come qualcosa di destrutturante e di difficile, come qualcosa che allontana l’individuo da quello che era il suo mondo conosciuto e lo avventura dentro qualcosa di sconosciuto.

L'UOMO ALLA RICERCA DELLA "SUA ANIMA"

di Lida Fassio

L’amore oltre ad essere una grande avventura in quanto mette in moto un’energia potente e trasformante è anche fondamentale perché ci permette, ogni volta che ci innamoriamo, di entrare molto in profondità nel mondo dei nostri sentimenti: in pratica, quando ci innamoriamo affrontiamo un vero viaggio nell’ignoto... solo che l’ignoto siamo noi stessi.

Non a caso l’amore è la più potente e straordinaria fonte di conoscenza di cui disponiamo per cui, mentre coscientemente noi viviamo tutte quelle suggestioni meravigliose che ci fanno sussultare, gioire, amare e vivere: l’innamoramento è un grandissimo sconvolgimento che rimette in circolo tutta la nostra energia e che nutre tutte le nostre cellule; tuttavia, quando siamo innamorati anche la nostra anima si mette al lavoro per un fine molto più sottile, meno percepibile ma non per questo meno interessante: lo scopo è quello di conoscerci mentre conosciamo il partner.

Abbiamo sostenuto tante volte che la “relazione” è il gioco più appassionante in assoluto perché consente di poter proiettare un grandissimo numero di nostri contenuti psichici; più i sentimenti sono intensi e più i nostri contenuti tendono ad emergere facendoci scoprire chi siamo e regalandoci, via via, una sempre maggior completezza.
Ragion per cui è interessante vedere quali tipi di partner incontriamo per comprendere quali parti di noi stiamo scoprendo e su cosa sta lavorando la nostra anima.

E’ importante sapere che tutto ciò che è inconscio dentro di noi verrà proiettato su qualcosa o qualcuno all’esterno: i nostri contenuti sono “immagini interiori” che non si accontentano di restare al buio e così, prendono vita attraverso questo stratagemma: agiscono attraverso uno schermo.
La proiezione è come un boomerang: viene lanciato fuori ma dovrà ritornare a noi: agisce come una calamita che attrae determinati tipi di persone e non altre e lavora incessantemente affinché noi entriamo in contatto con persone che riflettono queste immagini interiori.

La proiezione agisce indistintamente sia negli uomini che nelle donne ma, perché sia veramente efficace, deve trovare degli agganci: deve trovare un qualcosa che “somigli” perché deve agire come un vestito che trova un attaccapanni perfetto che, nel caso, calza a pennello sull’immagine interiore che l’altro ha dentro.
Comprendere bene cosa accade quando ci innamoriamo e quando scegliamo una persona è una fonte di grande apprendimento.

Perché possa partire una proiezione occorre che ci siano delle parti di noi non vissute, non ancora scoperte e quindi in ombra che vengono attivate nel momento in cui si rispecchiano in un’altra persona.
Gli uomini, che sono identificati con il loro maschile, devono quindi lavorare per scoprire il loro magico mondo femminile interno e lo faranno proprio lasciandosi sedurre da quelle donne che più agganceranno la proiezione delle sue immagini interne e meglio le rifletteranno (ANIMA) mentre, le donne, faranno altrettanto per la loro parte maschile che fatica a svilupparsi e che ha bisogno di “essere vista” fuori per poter in seguito, essere accolta e vissuta dentro (ANIMUS).

Gli uomini proiettano dunque la loro ANIMA, un archetipo complesso che si è organizzato nel tempo e che porta con sé colorazioni e immagini collettive e contenuti personali acquisiti nella relazione con le donne che hanno colorato la loro vita come la madre, la nonna e figure femminili con cui è stato a contatto.
In questa sezione noi parleremo delle immagini interne dell’ANIMA dell’uomo, cercando di identificarne i tratti più interessanti con l’ausilio dell’astrologia.

Quando parliamo dell’ANIMA di un uomo intendiamo dunque il suo “immaginario femminile interno” che fungerà da catalizzatore per un certo tipo di donna che, sarà importante perché rifletterà i suoi tratti, sia quelli più luminosi dell’archetipo, sia quelli ombra.
E’ importante però che l’uomo comprenda che quei tratti , quelli che scoprirà quasi caricaturizzati nella parte ombra, appartengono a lui e sono ciò che lui ha di più profondo; sono il suo legame con l’inconscio e il mondo emotivo, quello che avrà la fortuna di conoscere attraverso le sue compagne.

La proiezione può però diventare una trappola perché, ad un certo punto della storia, richiede il ritiro e questo deve avvenire nel momento in cui quel particolare “contenuto – tratto” si svela e non è più inconscio e può così essere integrato nella propria personalità.
Se questo non accade, la psiche si arrabbierà e farà cadere la proiezione trasformandola in ombra pura, qualcosa che sembra l’opposto di ciò che tanto avevamo desiderato nell’altra persona; in pratica vedremo solo lati negativi ed avremo l’impressione di essere stati ingannati, perché il nostro riflesso non collimerà più con ciò che, secondo noi, dovrebbe ritornarci indietro.

Gli archetipi dell’anima di un uomo possono essere letti in un tema natale da tratti della Luna e di Venere, ma anche da particolarità negli elementi che indicano la costituzione energetica della psiche.
Per Jung le persone si possono riconoscere attraverso la funzione psicologica superiore, quella che è cosciente e che viene utilizzata per “fare esperienza” e che, per effetto del bipolarismo psichico, butta automaticamente nell’inconscio quella opposta e complementare, facendola diventare la funzione inferiore che, ovviamente è l’ANIMA dell’uomo, quella che potrà proiettare con più facilità e che sentirà “familiare” quando la incontrerà all’esterno. In effetti, quando la proiezione si aggancia perfettamente l’uomo si “sente a casa” con quella determinata persona.

Le funzioni sono quattro e si collegano astrologicamente agli elementi: Intuizione – Fuoco; Sensazione – Terra; Pensiero – Aria; Sentimento – Acqua.

INTUIZIONE – FUOCO

L’uomo intuitivo è un uomo che ha molto Fuoco nel suo tema e che, ovviamente ha come funzione inferiore la Terra. E’ un soggetto che si riconosce nell’azione, è potente, pieno di energia ed è fortemente mosso dalle sue visioni ed immagini interiori. Generoso, istintivo, poco organizzato è però un grande creativo che fatica a rendere concreti i suoi sogni e le sue visioni nonostante il suo fiuto. E’ pieno di iniziativa e di passione: è però incostante, impaziente, imprevedibile e sempre alla ricerca di qualcosa che lo ispiri, incapace però di valutazione e di realizzazione.
Questo uomo ha un’ANIMA, ovvero una funzione inferiore, di tipo Sensazione – Terra e sarà attratto da donne che incarnano l’archetipo dell’AMAZZONE che, nel loro lato luminoso, sono pratiche e sanno organizzare la vita dell’uomo; sono concrete e valutative, portano ordine nella casa; sono pazienti, costanti fortemente operative ed ancorate alla realtà. Si prendono un sacco di responsabilità e si fanno carico anche di ciò che non devono.
Il matrimonio interiore a questo punto è fatto. Se però l’uomo non imparerà a far sue le qualità della sua compagna “anima”, si troverà a vivere la parte ombra di questo archetipo che è particolarmente frustrante.
L’ombra infatti è carica di aridità, di eccesso di realismo che sembrerà uccidere tutti i sogni dell’uomo, è critica, distaccata e pedante e può diventare schiava dei doveri al punto da rinfacciare all’uomo il suo infantilismo; la praticità diventa blocco per lui che si sente cassato in ogni sua iniziativa, accusato di mancare di programmazione e di concretezza. Tutto ciò sembrerà quanto di più lontano da ciò che lui ha tanto desiderato e che contava di aver trovato nella realtà.

SENSAZIONE – TERRA

In questo caso, il nostro eroe è un uomo d’affari, pratico, concreto, non si lascia andare a sogni o a fantasie inutili, è capace di risultati che programma nella sua mente in modo accurato e quasi maniacale. E’ attento ai dettagli, ponderato, paziente e metodico. Vuole che le cose abbiano un ordine e crede nelle cose tangibili e visibili. E’ un capo nato e sa dirigere la sua vita e quella degli altri.
Proprio perché è lontanissimo dalla visione e dall’intuizione, non crede ai suoi sogni, e non ama fantasticare o affidarsi al suo mondo interiore sarà affascinato dall’archetipo della MEDIUM che annovera donne visionarie e profetiche , ispiratrici che portino il fuoco e l’azione nella sua vita.
Sarà colpito dai grandi slanci, dall’immediatezza e dalla generosità nonchè dalla capacità di prendere la vita come viene, senza programmare ogni cosa.
L’ombra di questa donna è però fortemente imprevedibile, poco organizzata e lui la sentirà inconcludente e senza struttura, persa nelle sue visioni che non hanno nulla di reale. La sentirà anche particolarmente incapace di gestire i suoi istinti e le sue emozioni e questo gli farà molta paura. La accuserà di non sapersi prendere le sue responsabilità e di cambiare sempre direzione.

PENSIERO – ARIA

L’uomo pensiero è estremamente razionale; è un intellettuale nato, vive concentrato sulla sua mente e sui progetti; distaccato, obiettivo e sperimentalista; capace di creare il mondo con le parole e di mediare perché non si coinvolge mai fino in fondo nelle situazioni. Freddo, carico di energia impersonale, sempre focalizzato sulle idee e scollegato dal mondo delle emozioni e dell’istinto. La sua mente sembra un laser che illumina esattamente ciò che vuole.
Il nostro uomo ha un’anima MADRE, accogliente e sensibile che proietterà su donne vulnerabili emotivamente, rapite costantemente dal loro romanticismo e dalla capacità di sognare e fantasticare. Sono donne ricettive che reagiscono ad ogni minima vibrazione e che difficilmente sanno spiegare il perché delle cose che sentono; sono capaci di avvicinarlo al lato mistico e spirituale della vita, insegnandogli a partecipare e a coinvolgersi. E’ la donna magica, che arriva al sentimento dell’uomo e lo nutre.
L’ombra però è estremamente sconfortante: diventa caotica, irrazionale ed umorale, incapace di stabilità e di continuità; incarna la confusione e la paura della perdita dell’equilibrio mentale e l’uomo l’avvertirà come disorganizzante, qualcosa da cui difendersi perché lo porterebbe nel regno della follia aprendo la sua mente ai fantasmi dell’inconscio.

SENTIMENTO – ACQUA

L’uomo in questo caso è sensibile, ha una natura molto femminile e vive nel suo mondo fatto di emozioni e di sentimenti. E’ un artista, indipendentemente da ciò che farà di professione, poroso e fluido, adattabile e mutevole, coinvolto in ogni minima situazione; poco obiettivo, non razionale e, per questo, estremamente soggettivo e toccato da energie sempre troppo personali. E’ capace di sentire gli altri, desideroso di contatto e di vicinanza, amorevole e premuroso, si lascia facilmente rapire dal sogno; ha scarsi confini e fa fatica a distinguere e a discriminare.
Proprio per questo ha un’anima ETERA, molto impersonale, distaccata e libera; fatica ad essere costante sulle cose perché cambia quotidianamente. Sarà attratto da donne molto intellettuali, capaci di grandi ideali e di pensiero eclettico; estraniate dalla vita pratica e dai sentimenti con il fascino della distanza e dell’inafferrabilità; ama donne che vivono nel mondo delle possibilità e che sono prive di direzione e aperte alla sincronicità; sempre diverse giorno dopo giorno, non vogliono limiti che considerano “prigioni”.
L’ombra di questo archetipo è distaccato e freddo, incapace di costanza e di impegno; penetrante e tagliente come un bisturi quando vuole ferire e lui la sentirà ingannevole nei rapporti perché si muove in continuazione ed è costantemente alla ricerca di novità e di eccitazione; sembra cambiare personalità e lui la sente sleale e instabile e si sente morire perché non riesce a creare un contatto profondo con lei.

Ovviamente, in questa rubrica abbiamo trattato la parte più semplice dell’Anima, quella più collettiva, legata appunto agli elementi.