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.
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Chiara Inesia


giovedì 28 agosto 2008

MARGARET MAZZANTINI CON VOCE DI DONNA

AMICHE NELLA FATICA, NELLA GIOIA, NEL CAPOGIRO DI QUESTA VITA..."

Un omaggio appassionato alle donne, dall'autrice di "Non ti muovere".

Donne a strati l'una sull'altra. Facce, braccia, ombelichi, talloni mi vengono incontro nella amalgama molle di un pensiero che scivola in un giardino di specchi. Donne antiche con gorgiere di tulle, fronti ampie color miele, disadorne come colline di un paesaggio estivo, forse di un quadro. Un pendente a forma di ippocampo. Donne nei ritratti come uccelli imbalsamati, enigmatici intenti che penetrano la prigione dei secoli fino ai nostri occhi moderni. Fantasmi, farina che scende da una tela, e dietro solo la crosta notturna di uno sfondo preraffaelita. Donne neoclassiche distese tra veli, cosce massicce, seni piccoli come pieghe di carne. Donne guerriere, febbrili imperatrici, opulente intellettuali, avvelenatrici nella fuliggine delle loro cucine. Grandi benefattrici, braccia che grondano sul mondo. Madonne dei serpenti, delle anguille, dei ratti. Madonne dei bambini agghindati e rigidi come adulti. Filosofe. Sante: occhi bianchi, mani incise da stigmate, come vulve spalancate verso il cielo. Donne che leccano i muri, la terra dov'è passato l'amore. Randagie dalle trecce cadute e dai merletti sudici, prese a sassate. Prese da tutti. Donne che si fanno lupo, istrice. Donne che gridano e sputano aculei. Donne degli impressionisti, nel sole di ombrellini, profili rosati nei campi, nel brusio di api che non smettono. Donne degli scultori, caviglie nel bronzo, per sempre ferme, prigioniere di una mano. Poetesse, animi friabili appena addossati alla terra, che s'incontrano stordite con la creatura selvatica riflessa dentro lo stagno dove alla fine si lasceranno cadere per abbracciarsi, per avere di nuovo a sé quella parte mancante e prepotente che è diventata poesia. Donne che hanno attraversato l'universo in una notte sola. Donne di gomma che corrono come manichini scappati da una vetrina.

Donne che sentono troppo e si fermano come lapidi tra i vivi. Donne che si tirano via. Un nero corteo di carmelitane che seppelliscono una sorella all'alba in un cimitero di minuscole croci bianche, delicate come lavori all'uncinetto. E la luce opalina nella mensa al tramonto dove brillano solo le stoviglie di latta e i denti finti e il dolore del cuore di chi si è tolto dal mondo, e ride di niente, di una gallina, di un germoglio. Troie, scheletriche figure di rete nera, ragni dagli zigomi lividi e le bocche rosse, zampe che chiamano nel fosso. Seni nudi di un locale notturno. Bambine povere, tradite, schiacciate in faccia alle scarpe di un uomo, di un bracconiere. Donne che partoriscono in ogni fessura del mondo. Donne magre, moderne. Rapaci creature in un tailleur pantalone nella solitudine di un grande scrittoio, alle spalle grattacieli, vetrate di potere, e dentro il digiuno dell'anima. Donne cotonate, impiastricciate, appesantite di ricchezza. Donne che sanno sfruttare gli uomini, che sanno sfruttare tutto. Gazze ladre. Missionarie. Mani che si abbassano a carezzare nei sentieri di mosche, di putride bidonville, di bimbi morti che ancora ridono perché nessuno gli ha mai detto di smettere. Donne che spendono, indefesse sputtanatrici di denaro. Donne mutilate, bruciate, sfigurate dagli acidi. Ho visto una donna scempiata da un marito, ridotta a un cratere di carne viva che non può più chiudersi. Aveva un figlio in braccio che la guardava con amore. Dentro quella corteccia sfaldata, dentro quegli occhi incollati di membrane, lei resisteva per non mancare a quell'amore.

Donne leggendarie, stivali nel fango, mani che mungono nel gelo, donne che non sentono freddo, che non sentono rughe, donne che si vergognano di stare dentro una fotografia e ridono sghembe. Donne con i figli partoriti in guerra. Donne che apparecchiano e sparecchiano in una mutua continuità senza che nessuno se ne accorga, pavimenti lavati e pane e poi la morte come se niente fosse. Figlie coraggiose, figlie che si ribellano, che scappano di casa, che dormono nelle stazioni. Donne scordate, donne del disamore. Ho visto una drogata bella come un'attrice, giovane come una bambina, labbra grandi e braccia trafitte fino alle orecchie. Di chi sei figlia, amore mio? Chi ti ha venduto così in fretta? Perché non hai un banco di scuola e un parrucchiere che ti taglia i capelli? Ho visto una barbona spogliarsi e buttare i vestiti in un cassonetto, ho visto un sesso ispido e mammelle da madre attraversare le strade senza che nessuno si voltasse se non per ridere. Accanto tacchi borghesi, modesti languori cittadini, amanti, cancri, ristoranti. Uno stivale mi viene incontro, nero, appuntito, crudele. Lo stivale di una stronza o forse, chi lo sa, di una dilettante della vita, di una che ci prova a starci, a fingersi sincera. Donne interiormente modeste, donne dietro gli sportelli tracagnotte spazientite e maleducate, che fumano in faccia a colleghe più deboli, asmatiche. Donne belle davvero, invecchiate ma ancora generose.

Giovani sciocche, viziate e sguaiate, che si strusciano tra vetrine e ragazzi, che mangiano la pizza, che scopano con la cicca in bocca, che giocano a sembrare puttane. E invece povere puttane africane, culi come divani, scimmie scappate e chissà dove, a quale luce, a quale mare, a quale vita scalza, innocente, a quali fratelli, a quale sorriso bianco come la luna nella notte. Volontarie, ragazze che rinunciano alla noia, e si mettono accanto a un vecchio, a un malato terminale. E vanno al funerale con una rosa bianca e sussurrano: grazie. Amiche, amiche per la vita, le mie amiche. Velluto e acciaio nel mondo del mio cuore. Giù le mani da voi, vi difenderò qualunque cosa sia. Amiche nella fatica, nell'incertezza, amiche per crepare dal ridere, amiche la domenica con i bambini, amiche al mare con le cosce un grosse. Amiche nel capogiro di questa vita che sembra ferma e invece s'è già mossa troppo e tu sei lì che aspetti, e per fortuna c'è un'amica che ti viene incontro con la sua borsa e i suoi capelli. Amiche per un libro, per un fermaglio, per un uomo. Donne nelle auto, pensieri dentro gli specchietti. Donne dei semafori, mendicanti con in braccio creature sedate, perennemente dormienti. Madri assassine, e non mi va di parlarne. Sono tombe nella tomba del mondo. Ho visto una coniglia impazzita divorare i suoi piccoli, so cosa vuol dire. Perché a volte bisogna fermarsi, voltare le spalle e dire: io non voglio capire. Pregherò nel buio degli occhi chiusi, andrò indietro nella pancia del mondo e chiederò perdono a quel bimbo, e a quei conigli.

Donne del bisogno maschile, donne che sanno cucinare e stampare un bacio sulla fronte. Donne degli stilisti, anoressiche con stracci milionari e scarpe da guerra. Donne delle palestre, muscoli sotto la pelle di carta patinata di riviste femminili che ti guidano verso l'infelicità. E magari invece gli uomini ti vogliono come sei, ti vogliono come tu vuoi loro. Come bambini. Ci vogliamo per fare l'amore dolcemente quando il mondo spegne le sue fiamme, i giornalai chiudono, e la donna bella appesa alla copertina è carta che sventola nel buio. Eppure soffriamo tutte per questo corpo che ci abbandona zoppe. Soffrono le nostre figlie perfette, alte come i nostri sogni, bionde come i nostri angeli, soffrono di una bruttezza immaginaria, lottano con le illusioni, piangono buttate sui divani perché dicono che nessuno le ama, che nessuno le amerà mai. Ci chiniamo per consolarle mentre ci scacciano. Donne sterili. Donne che non sanno che farsene dei figli, li portano nei negozi di giocattoli e li riempiono di pupazzi di gomma. Donne che vivono al cimitero sulle tombe dei loro figli, si portano sedie, stracci per pulire, conversano con la fotografia. Ne ho vista una con lo stereo, canticchiava appresso al rapper preferito dal figlio. I cimiteri fanno bene alla vita, volevo dirlo a quelle stronze del parco, quelle sempre incarognite, con il passeggino all'ultimo grido, quelle sempre al cellulare, sempre annoiate. Madri carcerate, bimbi dentro l'ora d'aria. Donne negli istituti, donne sghembe che chiedono solo di dormire, donne tonte, menomate, e forse non così infelici. A voi un bacio grande sul vostro stupore, a voi l'ala di un angelo, voi che custodite lo spicchio goffo di ognuna di noi. Qualcosa ancora, un regalo.

Mia madre, il taglio per farmi entrare nel mondo. Il suo cuore sempre nel sole, le piccole vene che percorrono i suoi occhi azzurri come i suoi quadri, come il ritratto che mi ha fatto: una faccia imbronciata, una mano sulla tempia, e due occhi affossati in un'emblematica fatica. Le mie figlie due cosine piccole sedute dentro di me come imperatrici, come caramelle. Una volta ho visto una bambina strana nella hall di un albergo. Una bambina grassottella con un vestitino che le tirava davanti, e una faccia da lontra, da vecchietta. Una di quelle bambine sapienti. Due occhi un fuori e una borsetta di pelle, una bambina simile a una nana con una testa appena un troppo grande. Una bambina con qualcosa di speciale. Uno sguardo sfondato e dietro ci vedevi il diluvio universale, o l'inizio del mondo. Una bambina che sicuramente sapeva qualcosa che io ignoravo, avrei voluto prenderla per mano e dirle: raccontami cosa sai. Non l'ho fatto, sono rimasta a guardarla. La gambe grassottelle nei calzini di rete bianca, se n'è andata così com'era apparsa, dal niente, come tutto. Da uno specchio, da una superficie che si muove e poi si ferma, e poi si muove di una nuova forma.

di Margaret Mazzantini Flair/Febbraio 2003 (da http://www.margaretmazzantini.com/)

venerdì 22 agosto 2008

UNA CAREZZA IN UN PUGNO - Adriano Celentano

STORIA D'AMORE - Adriano Celentano

Tu non sai
cosa ho fatto quel giorno
quando io la incontrai
in spiaggia ho fatto il pagliaccio
per mettermi in mostra agli occhi di lei
che scherzava con tutti i ragazzi
all'infuori di me
Perché, perché, perché, perché,
io le piacevo.


Lei mi amava, mi odiava,
mi amava, mi odiava,
era contro di me,
io non ero ancora il suo ragazzo
e già soffriva per me
e per farmi ingelosire
quella notte lungo il mare
è venuta con te.

Ora tu vieni a chiedere a me
tua moglie dov'è.
Dovevi immaginarti
che un giorno o l'altro
sarebbe andata via da te.
L'hai sposata sapendo che lei,
sapendo che lei
moriva per me
coi tuoi soldi
hai comprato il suo corpo
non certo il suo cuor.

Lei mi amava, mi odiava,
mi amava, mi odiava,
era contro di me, io non ero
ancora il suo ragazzo
e già soffriva per me
e per farmi ingelosire
quella notte lungo il mare
è venuta con te.

Un giorno io vidi lei
entrar nella mia stanza
mi guardava,
silenziosa,
aspettava un sì da me.

Dal letto io mi alzai
e tutta la guardai
sembrava un angelo.
Mi stringeva sul suo corpo,
mi donava la sua bocca,
mi diceva sono tua
ma di pietra io restai.

Io la amavo, la odiavo,
la amavo, la odiavo,
ero contro di lei,
se non ero stato il suo ragazzo
era colpa di lei.
E uno schiaffo all'improvviso
le mollai sul suo bel viso
rimandandola da te.

A letto ritornai
piangendo la sognai
sembrava un angelo.
Mi stringeva sul suo corpo
mi donava la sua bocca
mi diceva sono tua
e nel sogno la baciai.


IO DOMANI - Marcella Bella

Io domani glielo dico che non l'amo
gli confesso che al suo posto ora ci sei tu
ho lottato contro l'attrazione strana delle tue mani
mi facevo scudo con un sentimento che era spento
cosa importa se con lei dovrò dividerti
meglio respirarla piano la felicità aspettandoti

Io domani avrò cura dei pensieri tuoi
sarò donna oppure solo amica come tu mi vuoi
guardami negli occhi caro amore mio
dimmi se qualcuno vuol dividerci
tu non sai di cosa non sarei capace io
io domani glielo dico che non l'amo più

Come neve sciolta ho la sensazione di restare sola
forse un po' per volta ci diremo appena una parola
guardami negli occhi caro amore mio
dimmi se qualcuno vuol dividerci
tu non sai di cosa non sarei capace io

Io domani sembra assurdo ma ricomincerei
cosa importa se dal primo istante avevi scelto lei

Io domani ma che dico
se il domani è qui
la mia storia amore
è stata troppo bella per finir cosi

Guardami negli occhi caro amore mio
dimmi se qualcuno vuol dividerci



martedì 19 agosto 2008

PARLAMI D'AMORE - Negramaro

Coprimi la testa con la sabbia sotto il sole,
quando pensi che sian troppe le parole...
Dimmi se c’è ancora sulle labbra il mio sapore
quando pensi che sian troppe le paure.

Parlami d’amore se
quando nasce un fiore mi troverai
senza parole amore.
Parlami d’amore se
quando muore un fiore ti troverai
senza respiro amore.


Crolla il tuo castello tra la rabbia, sabbia e sole
quando pensi che sian dolci le parole
Mi dici che c’è ancora sulle labbra il mio sapore
quando pensi che sian vane le paure

Parlami d’amore se
quando nasce un fiore mi troverai
senza parole amore.
Parlami d’amore se
quando muore un fiore ti troverai
senza respiro amore.

Tu dimmi quante alternative vuoi
se quando parlo non mi ascolti mai,
amore…
Fra tutte, quale alternativa sei?
Amore…
senza piu parole
senza piu paure

Tu…
Parlami d’amore se
quando nasce un fiore mi troverai
senza parole amore.
Parlami d’amore se,
quando muore un fiore ti troverai
senza respiro amore.

Senza parole amore
Senza respiro amore


CADE LA PIOGGIA - Negramaro feat. Giovanotti

Cade la pioggia e tutto lava
cancella le mie stesse ossa


Cade la pioggia e tutto casca
e scivolo sull’acqua sporca


Si, ma a te che importa poi
rinfrescati se vuoi
questa mia stessa pioggia sporca


Dimmi a che serve restare
lontano in silenzio a guardare
la nostra passione che muore in un angolo e
non sa di noi
non sa di noi
non sa di noi


Cade la pioggia e tutto tace
lo vedi sento anch’io la pace


Cade la pioggia e questa pace
è solo acqua sporca e brace
c’è aria fredda intorno a noi
abbracciami se vuoi
questa mia stessa pioggia sporca


Dimmi a che serve restare
lontano in silenzio a guardare
la nostra passione che muore in un angolo


E dimmi a che serve sperare
se piove e non senti dolore
come questa mia pelle che muore
che cambia colore
che cambia l’odore


Tu dimmi poi che senso ha ora piangere
piangere addosso a me
che non so difendere questa mia brutta pelle
così sporca
tanto sporca
com'è sporca
questa pioggia sporca


Si ma tu non difendermi adesso
tu non difendermi adesso
tu non difendermi
piuttosto torna a fango si ma torna


E dimmi che serve restare
lontano in silenzio a guardare
la nostra passione non muore
ma cambia colore
tu fammi sperare
che piove e senti pure l’odore
di questa mia pelle che è bianca
e non vuole il colore
non vuole il colore
no..
no..


La mia pelle è carta bianca per il tuo racconto
scrivi tu la fine
io sono pronto
non voglio stare sulla soglia della nostra vita
guardare che è finita
nuvole che passano e scaricano pioggia come sassi
e ad ogni passo noi dimentichiamo i nostri passi
la strada che noi abbiamo fatto insieme
gettando sulla pietra il nostro seme
a ucciderci a ogni notte dopo rabbia
gocce di pioggia calde sulla sabbia
amore, amore mio
questa passione passata come fame ad un leone
dopo che ha divorato la sua preda ha abbandonato le ossa agli avvoltoi
tu non ricordi ma eravamo noi
noi due abbracciati fermi nella pioggia
mentre tutti correvano al riparo
e il nostro amore è polvere da sparo
il tuono è solo un battito di cuore
e il lampo illumina senza rumore
e la mia pelle è carta bianca per il tuo racconto
ma scrivi tu la fine
io sono pronto

martedì 12 agosto 2008

SI TU NO VUELVES - Shakira & Miguel Bosè

Si tu no vuelves, se secarán todos los mares
y esperaré sin ti
tapiado al fondo de algun recuerdo
Si tu no vuelves, mi voluntad se hará pequeña
me quedaré aquí
junto a mi perro espiando horizontes...

Si tu no vuelves, no quedarán más que desiertos
y escucharé por si
algun latido le queda a esta tierra
que era tan serena cuando me querrias
habia un perfume fresco que yo respiraba
era tan bonita, era asì de grande, y no tenia fin......

Y cada noche vendrá una estrella a hacerme compañia
que te cuente como estoy y sepas lo que hay
dime amor, amor, amor....estoy aquí, ¿no ves?
Si no vuelves no habrá vida no sé lo que haré... no sé lo que haré... no sé lo que haré...

Si tu no vuelves, no habrá esperanza ni habrá nada
caminaré sin ti, con mi tristeza bebiendo lluvia...

que era tan serena cuando me querrias
habia un perfume fresco que yo respiraba
era tan bonita, era así de grande, y no tenia fin......

Y cada noche vendrá una estrella a hacerme compañía
que te cuente como estoy y sepas lo que hay
dime amor, amor, amor....estoy aquí, ¿no ves?
Si no vuelves no habrá vida no sé lo que haré...

Y cada noche vendrá una estrella a hacerme compañia
que te cuente como estoy y sepas lo que hay
dime amor, amor, amor....estoy aquí, ¿no ves?
Si no vuelves no habrá vida no sé lo que haré...no sé lo que haré... no sé lo que haré...

Si no vuelves no habrá vida no sé lo que haré ....no sé lo que haré...no no no no...

Si no vuelves no habrá vida no sé lo que haré ...no sé lo que haré... no sé lo que haré...

Si no vuelves no habrá vida no sé lo que haré...




SE NON TORNI

Se non torni si seccheranno tutti i mari
e aspetterò senza di te,
chiudendo dentro di me tutti i ricordi
se non torni, la mia volontà diventerà poca
e resterò qui assieme al mio cane spiando l'orizzonte...

se non torni, non ci sarà altro che deserto
e ascolterò nel caso sia restato qualcosa
a questa terra, che era così serena quando mi amavi
c'era un profumo fresco che respiravo
era così bella, così grande, infinita....

e ogni notte verrà una stella a farmi compagnia
e ti racconterà come sto affinché tu sappia cosa accade
dimmi amore, amore, amore, sono qui, non vedi?
se non torni non ci sarà vita, non so cosa farò
non so cosa farò, non so cosa farò...

se non torni, non ci sarà speranza ne ci sarà nient'altro
camminerò senza di te, con la mia tristezza bevendo pioggia

che era così serena quando mi amavi
c'era un profumo fresco che respiravo
era così bella, così grande, infinita....

e ogni notte verrà una stella a farmi compagnia
e ti racconterà come sto affinché tu sappia cosa accade
dimmi amore, amore, amore, sono qui, non vedi?
se non torni non ci sarà vita, non so cosa farò

e ogni notte verrà una stella a farmi compagnia
e ti racconterà come sto affinché tu sappia cosa accade
dimmi amore, amore, amore, sono qui, non vedi?
se non torni non ci sarà vita, non so cosa farò
non so cosa farò, non so cosa farò...

se non torni non ci sarà vita, non so cosa farò
non so cosa farò, non so cosa farò... no no no no

se non torni non ci sarà vita, non so cosa farò
non so cosa farò, non so cosa farò...

BUON GIORNO PRINCIPESSA!!! (La vita è bella)

BEAUTIFUL THIS WAY - NOA

Smile, without a reason why
Love, as if you were a child
Smile, no matter what they tell you
Don’t listen to a word they say
'Cause life is beautiful that way

Tears, a tidal-wave of tears
Light that slowly disappears
Wait, before you close the curtain
There’s still another game to play
And life is beautiful that way

Here, in his eyes forever more
I will always be as close as you remember from before.

Now, that you're out there on your own
Remember, what is real and what we dream is love alone.

Keep the laughter in your eyes
Soon, your long awaited prize
We'll forget about our sorrow
And think about a brighter day
'Cause life is beautiful that way


We'll forget about our sorrow
And think about a brighter day
'Cause life is beautiful that way

There’s still another game to play
And life is beautiful that way



LA VITA E' BELLA

Sorridi, senza una ragione
Ama, come se fossi un bambino
Sorridi, non importa cosa dicono
Non ascoltare una parola di quello che dicono
perchè la vita è bella così.

Lacrime, un'ondata di lacrime
Luce, che lentamente scompare
Aspetta, prima di chiudere le tende
C'è ancora un altro gioco da giocare
e la vita è bella così.

Qui con i suoi occhi eterni
sarò sempre vicina quanto te
ricorda da prima
ora che sei là fuori con te stesso
ricorda cos'è vero
e quel che sognamo è solo amore.

Conserva la risata nei tuoi occhi
presto verrà premiato il tuo aspettare
non dimenticheremo i nostri dolori
e penseremo ad un giorno più allegro
perchè la vita è bella così.

Non dimenticheremo i nostri dolori
e penseremo ad un giorno più allegro
perchè la vita è bella così.
C'è ancora un altro gioco da giocare
e la vita è bella così.



MINOR SWING (CHOCOLAT)

lunedì 11 agosto 2008

LA CANZONE DEI VECCHI AMANTI - Franco Battiato

Certo ci fu qualche tempesta
anni d'amore alla follia.
Mille volte tu dicesti basta
mille volte io me ne andai via.
Ed ogni mobile ricorda
in questa stanza senza culla
i lampi dei vecchi contrasti
non c'era pi una cosa giusta
avevi perso il tuo calore
ed io la febbre di conquista.
Mio amore mio dolce meraviglioso amore
dall'alba chiara finch il giorno muore
ti amo ancora sai ti amo.
So tutto delle tue magie
e tu della mia intimit
sapevo delle tue bugie
tu delle mie tristi vilt.
So che hai avuto degli amanti
bisogna pur passare il tempo
bisogna pur che il corpo esulti
ma c' voluto del talento
per riuscire ad invecchiare senza diventare adulti.
Mio amore mio dolce mio meraviglioso amore
dall'alba chiara finch il giorno muore
ti amo ancora sai ti amo.
Il tempo passa e ci scoraggia
tormenti sulla nostra via
ma dimmi c' peggior insidia
che amarsi con monotonia.
Adesso piangi molto dopo
io mi dispero con ritardo
non abbiamo pi misteri
si lascia meno fare al caso
scendiamo a patti con la terra
per la stessa dolce guerra.
Mon amour
mon doux, mon tendre, mon merveilleux amour
de l'aube claire jusqu' la fin du jour
je t'aime encore, tu sais, je t'aime.



LA CURA - Franco Battiato

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via,
dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti sollleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali
lo spazio e la luce per non farti invecchiare;
e guarirai da tutte le malattie.

Perchè sei un essere speciale
ed io avrò cura di te.

Vagavo per i campi del Tennessee,
come vi ero arrivato chissà
non hai fiori bianchi per me?
più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza,
percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d'Agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto,
conosco le leggi del mondo e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali
lo spazio e la luce per non farti invecchiare;
ti salverò da ogni malinconia.

Perchè sei un essere speciale
ed io avrò cura di te.
Io sì che avrò cura di te


MAMMA GATTA ADOTTA CONIGLIO

CONIGLIO VS SERPENTE

CRICETO E POPCORN

giovedì 7 agosto 2008

VENTO DI PASSIONE - Pino Daniele e Giorgia

Il ricordo di un amore
viaggia nella testa
e non c'è una ragione
quando cerchiamo quel che resta
è come un vento di passione
o una rosa rossa
il ricordo di un amore
ci cambia e non ci lascia

Se avessi avuto almeno un'occasione
adesso che so trovare le parole
ma il ricordo di un amore
continua a viaggiare nella testa

Il ricordo di un amore
lascia in bocca il sale
ed arriva dritto al cuore
senza nemmeno avvisare
è in una lettera d'amore
è nel canto del mare
il ricordo di un amore
ci parla e non ci passa

Se avessi avuto almeno un'occasione
adesso che so capire le parole
ma il ricordo di un amore
continua a viaggiare nella testa



martedì 5 agosto 2008

ROXANNE - George Michael

Roxanne, you don't have to put on the red light
Those days are over
You don't have to sell your body to the night
Roxanne, you don't have to wear that dress tonight
Walk the streets for money
You don't care if it's wrong or if it's right

Roxanne, you don't have to put on the red light
Roxanne, you don't have to put on the red light
Put on the red light, put on the red light
Put on the red light, put on the red light
Put on the red light, oh

I loved you since I knew ya
I wouldn't talk down to ya
I have to tell you just how I feel
I won't share you with another boy
I know my mind is made up
So put away your make up
Told you once I won't tell you again it's a bad way

Roxanne, you don't have to put on the red light
Roxanne, you don't have to put on the red light
You don't have to put on the red light
Put on the red light, put on the red light

LIBERTANGO da "The tango lesson"

LA BAMBOLA - Patty Pravo 2008

EL CORAZON ES UN GITANO - Nada

El fondo el corazón tenía una herida
Sufría, sufría,
Le dije no es nada mas mentía
Lloraba, lloraba
Por ti se ha hecho tarde es ya noche,
No me detengas déjame ir,
Me dijo no mirarme en los ojos
Y me dejó cantando así...

Sin culpa estoy yo, gitano es mi corazón
Cadenas rompió, es libre gitano y va...
Para hasta encontrar el prado más verde que hay,
Recogerá estrellas sobre sí, y se detendrá...quizás
Y se detendrá

Lo he visto tras un año la otra noche,
Reía, reía,
Besándome el quiso que mí orgullo,
Se fuera, se fuera,
Me dijo estemos juntos un poco,
Que ganas de decirle que sí,
Pero sin más mirarle en los ojos,
Yo le dejé cantando así...
Sin culpa estoy yo, gitano es mi corazón
Cadenas rompió, es libre gitano y va...
Hasta encontrar el prado más verde que hay,
Recogerá estrellas sobre sí, y se detendrá...quizás
Y se detendrá,
La lala la, la lala, la la lalaa
La lala la la lalala la lalala la .....

POEMA XV di Pablo Neruda

Me gustas cuando callas porque estás como ausente,
y me oyes desde lejos, y mi voz no te toca.
Parece que los ojos se te hubieran volado
y parece que un beso te cerrara la boca.

Como todas las cosas están llenas de mi alma
emerges de las cosas, llena del alma mía.
Mariposa de sueño, te pareces a mi alma,
y te pareces a la palabra melancolía.

Me gustas cuando callas y estás como distante.
Y estás como quejándote, mariposa en arrullo.
Y me oyes desde lejos, y mi voz no te alcanza:
déjame que me calle con el silencio tuyo.

Déjame que te hable también con tu silencio
claro como una lámpara, simple como un anillo.
Eres como la noche, callada y constelada.
Tu silencio es de estrella, tan lejano y sencillo.

Me gustas cuando callas porque estás como ausente.
Distante y dolorosa como si hubieras muerto.
Una palabra entonces, una sonrisa bastan.
Y estoy alegre, alegre de que no sea cierto.



Mi piaci quando taci perchè sei come assente,
e mi ascolti da lontano, e la mia voce non ti tocca
Sembra che si siano dileguati i tuoi occhi
e che un bacio ti abbia chiuso la bocca.

Siccome ogni cosa è piena della mia anima
tu emergi dalle cose, piena dell'anima mia.
Farfalla di sogno, assomigli alla mia anima,
e assomigli alla parola malinconia.

Mi piaci quando taci e sei come distante.
Sembri lamentarti, farfalla che tuba.
E mi ascolti da lontano e la mia voce non ti giunge:
lascia che io taccia con il silenzio tuo.

Lascia che ti parli anche con il tuo silenzio
chiaro come una lampada, semplice come un anello.
Sei come la notte, silenziosa e stellata.
Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice.

Mi piaci quando taci perchè sei come assente.
Distante e dolorosa come se fossi morta.
Poi basta una parola, un sorriso.
E sono felice, felice che non sia vero.



dalla voce di Pablo Neruda:

POEMA XX di Pablo Neruda

Puedo escribir los versos más tristes esta noche.
Escribir, por ejemplo: "La noche está estrellada,
y tiritan, azules, los astros, a lo lejos."
El viento de la noche gira en el cielo y canta.
Puedo escribir los versos más tristes esta noche.
Yo la quise, y a veces ella también me quiso.
En las noches como esta la tuve entre mis brazos.
La besé tantas veces bajo el cielo infinito.
Ella me quiso, a veces yo también la quería.
Cómo no haber amado sus grandes ojos fijos.
Puedo escribir los versos más tristes esta noche.
Pensar que no la tengo. Sentir que la he perdido.
Oir la noche inmensa, más inmensa sin ella.
Y el verso cae al alma como al pasto el rocío.
Qué importa que mi amor no pudiera guardarla.
La noche esta estrellada y ella no está conmigo.
Eso es todo. A lo lejos alguien canta. A lo lejos.
Mi alma no se contenta con haberla perdido.
Como para acercarla mi mirada la busca.
Mi corazón la busca, y ella no está conmigo.
La misma noche que hace blanquear los mismos árboles.
Nosotros, los de entonces, ya no somos los mismos.
Ya no la quiero, es cierto, pero cuánto la quise.
Mi voz buscaba el viento para tocar su oído.
De otro. Será de otro. Como antes de mis besos.
Su voz, su cuerpo claro. Sus ojos infinitos.
Ya no la quiero, es cierto, pero tal vez la quiero.
Es tan corto el amor, y es tan largo el olvido.
Porque en noches como esta la tuve entre mis brazos,
mi alma no se contenta con haberla perdido.
Aunque este sea el ultimo dolor que ella me causa,
y estos sean los ultimos versos que yo le escribo.


Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Scivere, per esempio: "La notte è stellata,
e tremano, azzurri, gli astri, in lontananza".
Il vento della notte gira nel cielo e canta.
Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Io l'ho amata e a volte anche lei mi amava.
In notti come questa l'ho tenuta tra le braccia.
L'ho baciata tante volte sotto il cielo infinito.
Lei mi ha amato e a volte anch'io l'amavo.
Come non amare i suoi grandi occhi fissi.
Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Pensare che non l'ho più. Sentire che l'ho persa.
Sentire la notte immensa, ancor più immensa senza lei.
E il verso scende sull'anima come la rugiada sul prato.
Poco importa che il mio amore non abbia saputo fermarla.
La notte è stellata e lei non è con me.
Questo è tutto. Lontano, qualcuno canta. Lontano.
La mia anima non si rassegna d'averla persa.
Come per avvicinarla, il mio sguardo la cerca.
Il mio cuore la cerca, e lei non è con me.
La stessa notte che sbianca gli stessi alberi.
Noi, quelli d'allora, gia' non siamo gli stessi.
Io non l'amo più, è vero, ma quanto l'ho amata.
La mia voce cercava il vento per arrivare alle sue orecchie.
D'un altro. Sarà d'un altro. Come prima dei miei baci.
La sua voce, il suo corpo chiaro. I suoi occhi infiniti.
Ormai non l'amo più, è vero, ma forse l'amo ancora.
E' così breve l'amore e così lungo l'oblio.
E siccome in notti come questa l'ho tenuta tra le braccia,
la mia anima non si rassegna d'averla persa.
Benchè questo sia l'ultimo dolore che lei mi causa,
e questi gli ultimi versi che io le scrivo.


di Pablo Neruda

lunedì 4 agosto 2008

VESTI LA GIUBBA - Pavarotti

da "I Pagliacci" di Leoncavallo



Recitar! Mentre preso dal delirio
non so più quel che dico e quel che faccio!
Eppure... è d'uopo... sforzati!
Bah, seti tu forse un uom?

Tu sei Pagliaccio!

Vesti la giubba e la faccia infarina.
La gente paga e rider vuole qua.

E se Arelcchin t'invola Colombina
ridi, Pagliaccio e ognun applaudirà!
Tramuta in lazzi lo spasmo ed il pianto;
in una smorfia il singhiozzo e 'l dolor...

Ridi, Pagliaccio, sul tuo amore infranto,
ridi del duol che t'avvelena il cor!



IN MORTE DI ALEXANDER SOLZHENITSYN

Cagliari, 4 agosto 2008


Ed hai la Trinità, quella di Rubliev, ad accoglierti
con i colori denudati dai dolori degli umili dei gulag,
i raccolti da Cristo tuo fratello nei tormenti.
Ed hai i tuoi errori ad accompagnarti, così l’amicizia
del nostro Re li porta a tua giustificazione con la
lunghezza del tuo canto, l’ininterrotto
dai tuoi tempi dell’odio a questi tempi dell’odio, grassi
di inganni agli ingannati, come te e me.
Ed hai una mano forte, sempre agile a scrivere
gioie di raduni attorno alla luce dei fogli, nel bianco
dei ricordi e delle storie, nelle urgenti di memorie
e di ascolti liberi, accolti a sorrisi e quiete.

Così hai camminato in silenzio dietro i passi di Dio
tra gusci di sereno in attesa di un tempo,
tra rovesci di pioggia e sole aspettando un’urgenza,
quasi come una necessità.
Come un amore, di quelli che muoiono
tenaci più della morte, più forti degli inferi,
tra gli arcipelaghi di carezze che la corte di Dio
ama: i fiori di cuori e tutte quelle mietiture di sorrisi
nate dalla maestà del Re Sposo, umile Gesù.


di Raffale Ibba

domenica 3 agosto 2008

ESTATE - ANDREA BOCELLI

di B. Martino


Estate
sei calda come i baci che ho perduto
Sei piena di un amore che è passato
E il cuore mio vorrebbe cancellare
Odio l'estate
Il sole che ogni giorno ci scaldava
Che splendidi tramonti dipingeva
Adesso brucia solo con furor

Tornerà un altro inverno
Cadranno mille petali di rose
La neve coprirà tutte le cose
E forse un po' di pace tornerà

Odio l'estate
Che ha dato il suo profumo ad ogni fiore
L'estate che ha creato il nostro amore
Per farmi poi morire di dolore
Odio l'estate

Odio l'estate...